L’amministrazione del presidente Donald Trump ha posto diverse sfide alla storica alleanza tra il Regno Unito e gli Stati Uniti, una relazione speciale che ha visto la sua ultima linea di difesa nell’ambito dell’intelligence tra le due nazioni. Tuttavia, recenti eventi hanno evidenziato problemi anche in questo settore strategico. Il mese scorso, Trump ha deciso di interrompere la condivisione delle informazioni di intelligence statunitensi con l’Ucraina, una misura che ha coinvolto sia le agenzie di spionaggio americane che gli stati membri dell’alleanza per la sicurezza Five Eyes. A complicare ulteriormente la situazione, Michael Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, ha inadvertitamente incluso un giornalista in una chat su Signal, dove discuteva di operazioni militari statunitensi nello Yemen, dimostrando una gestione problematica delle informazioni sensibili.

Mentre numerosi alleati europei dell’Ucraina hanno criticato la scelta di Trump di non condividere l’intelligence, la reazione del Regno Unito è stata di apparente quiete. Un portavoce del primo ministro britannico, Keir Starmer, ha affermato che il legame del Regno Unito con gli Stati Uniti in materia di difesa, sicurezza e intelligence resta saldamente intrecciato. Funzionari attuali ed ex nel settore dell’intelligence, intervistati da POLITICO in forma anonima, sottolineano quanto siano profondamente intrecciati i legami tra le reti di intelligence britanniche e americane, al punto che sarebbe complicato separarli o sostituirne il contributo americano. Nonostante la complessità di tale relazione, alcuni esperti suggeriscono che il Regno Unito potrebbe dover cominciare a prepararsi a scenari finora inimmaginabili, specialmente se l’America di Trump continuerà a distanziarsi dalle alleanze storiche e dai comuni obiettivi internazionali.

Il Regno Unito è stato per decenni un attore di rilievo nell’ambito dell’intelligence, soprattutto grazie alla formazione della coalizione Five Eyes che comprende, oltre al Regno Unito e agli Stati Uniti, anche Canada, Australia e Nuova Zelanda. Questa alleanza, nata dopo la seconda guerra mondiale, ha operato largamente nell’ombra fino al 2013, quando Edward Snowden, ex collaboratore della NSA, ha rivelato oltre 1,5 milioni di documenti segreti, smascherando a livello globale le operazioni dell’alleanza. Nonostante le vulnerabilità emerse, i Five Eyes hanno saputo adattarsi, modificando la loro raccolta di informazioni e affrontando le reazioni delle aziende tecnologiche verso i governi, come evidenziato da un ex alto funzionario dell’intelligence britannica.

Negli ultimi decenni, c’è stato un declino nella raccolta delle informazioni di tipo umano, spesso chiamata HUMINT, che riguarda agenti e risorse gestite da enti come l’FBI e la CIA negli USA, e l’MI5 e l’MI6 nel Regno Unito. Tuttavia, questo è stato bilanciato da un avanzamento notevole nel settore dell’intelligence delle comunicazioni, noto come SIGINT, gestito dal GCHQ britannico e dalla NSA americana. La condivisione automatica delle informazioni digitali è diventata centrale, poiché l’intelligence umana non ha la capacità di espandersi con la stessa velocità, ha riferito la stessa fonte dell’intelligence. “Smembrare tale interconnessione sarebbe profondamente destabilizzante,” ha aggiunto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *