A Firenze, durante il congresso della Lega, è emersa una richiesta ufficiale di natura politica: Matteo Salvini dovrebbe ritornare al ministero dell’Interno. Questa richiesta è stata avanzata dalle principali figure della Lega, inclusi i vicesegretari e i capigruppo. Tuttavia, sorge un ostacolo significativo: il ruolo attualmente ricoperto da Matteo Piantedosi, il quale è considerato un candidato potenzialmente forte per il governatorato della Campania, avendo salde radici nella regione, sebbene Piantedosi stesso abbia chiarito che non intende candidarsi. Ha dichiarato che il suo impegno è per la sicurezza del Paese lavorando al Viminale, e che ci sono valide figure nel centrodestra locale su cui si potrebbe contare.

Per quanto riguarda Salvini, il tema del suo ritorno al Viminale non è nuovo. In passato, l’assoluzione nel processo Open Arms aveva allora aperto discussioni sulla sua nomina, ostacolata sino a quel momento dalle accuse pendenti. L’obiettivo di Salvini e della Lega è ritornare ai tempi in cui, alle Europee del 2019, il partito registrò un risultato significativo con la sua guida al ministero dell’Interno. C’è chi vede queste ambizioni come troppo elevate per un partito che attualmente detiene il 9% dei consensi, soprattutto con un alleato di governo nettamente più forte.

Nonostante le considerazioni sull’ambizione di Salvini, la Lega si sente forte grazie a recenti successi, come l’approvazione di un nuovo decreto sicurezza, che sebbene non più esclusivamente associato al partito, rappresenta un successo dell’intera coalizione. Inoltre, il partito ha visto un incremento della propria immagine a livello internazionale, sottolineato dalla partecipazione di personalità come Elon Musk e Marine Le Pen al congresso.

Gli alleati di governo mantengono le loro posizioni. Anche Giorgia Meloni non ha mancato di riconoscere i meriti passati di Salvini al Viminale. Tuttavia, vi è una certa riluttanza a cambiare lo status quo, poiché si ritiene che il ministro stia svolgendo bene il suo lavoro. Forza Italia ribadisce che “il governo funziona così com’è”, anche se, sottovoce, emergono toni più accesi, con l’avviso che eventuali mosse decise di Salvini potrebbero condurre a una crisi politica.

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