Nella residenza presidenziale degli Stati Uniti, Donald Trump e i suoi consiglieri hanno elaborato una lunga serie di richieste indirizzate a Maros Šefcovic, Commissario al commercio dell’Unione Europea. Gli Stati Uniti si dicono disposti a ridurre o eliminare i dazi, a condizione che il Vecchio Continente acquisti più gas liquido e armi americane. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha suggerito ai leader dei 27 stati membri di accettare le proposte di Washington, anche se il dibattito si prospetta complesso e delicato.
Gli esportatori americani di gas stanno già traendo grandi vantaggi dal mercato europeo, grazie alla riduzione delle importazioni russe che porteranno a un blocco quasi totale dall’inizio del 2025. Nel 2024, il gas liquido statunitense rappresentava il 19,4% delle importazioni europee, corrispondenti a 56,2 miliardi di metri cubi, in aumento rispetto al 2021. La Norvegia rimane in testa con 87,8 miliardi di metri cubi, coprendo il 30,3% delle forniture europee. Tuttavia, gli Stati Uniti puntano a incrementare ulteriormente le esportazioni, aspirando a cifre che variano tra i 100 e i 150 miliardi di metri cubi, malgrado l’esito dell’accordo resti incerto. Trump sta incentivando il mercato interno e l’espansione verso nuovi sbocchi.
I principali acquirenti europei di gas americano sono Francia, Spagna, Italia, Olanda e Belgio. La Germania meritava una particolare menzione, grazie agli sforzi del cancelliere Olaf Scholz per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, favorendo importazioni statunitensi. Tuttavia, l’aumento delle forniture di gas potrebbe ostacolare lo sviluppo delle energie rinnovabili in Europa.
Per quanto riguarda l’acquista di armi, gli Stati Uniti hanno quasi il monopolio del mercato europeo. Le multinazionali americane come Lockheed Martin, Raytheon Technologies, General Dynamics e Boeing detengono una quota significativa degli ordini sia interni che esteri. Gli affari nel settore della difesa hanno subito un’accelerazione a seguito della crisi in Ucraina. Secondo il «Rapporto Draghi», tra il 2022 e il 2023, il 78% delle armi acquistate dai governi europei proveniva dagli USA, con contratti valutati in almeno 50 miliardi di dollari.
Occorre notare che molti Stati europei dipendono dall’importazione di sistemi di difesa americani a causa della mancanza di un’industria nazionale. Trump prevede di rafforzare questa relazione, nonostante le contraddizioni legate alla sua posizione verso l’Alleanza Atlantica. All’interno dell’UE, Emmanuel Macron si oppone a queste trattative, esortando gli altri leader a non limitare il progetto di riarmo della Commissione. La priorità è stimolare l’industria militare europea integrata, con un fondo di 150 miliardi di euro per progetti comuni. Macron, insieme al cancelliere tedesco Friedrich Merz, potrebbe quindi complicare le negoziazioni con Trump, cercando di ottenere maggiori ordini per le aziende europee.