Le elezioni imminenti in Canada, previste per questo mese, non vedono l’adesione all’Unione europea come un tema centrale. Tuttavia, sondaggi recenti indicano un interesse crescente tra i canadesi verso l’idea di entrare a far parte dell’UE. Questa curiosità si è intensificata, in parte, a causa delle tensioni generate dalle politiche aggressive dell’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, che hanno incluso tariffe punitive e dichiarazioni accese sui social media. In un contesto in cui il legame storico con gli USA viene messo a dura prova, la prospettiva di avvicinarsi a nuovi alleati più stabili e affidabili sta acquisendo fascino.

Dai dati di un sondaggio recente, emerge che il 44% dei canadesi sarebbe favorevole all’adesione all’UE, mentre il 34% si è dichiarato contrario. Paula Pinho, portavoce della Commissione europea, ha espresso apprezzamento per questi risultati, sottolineando però che attualmente, in base ai trattati esistenti, solo i paesi europei possono avanzare richieste di adesione al blocco.

L’eventuale ingresso del Canada nell’UE può apparire, al momento, poco realistico. Tuttavia, esperti dell’Unione europea non la considerano del tutto impossibile. La base dell’idea risiede nelle affinità che legano il Canada all’Europa, nonostante l’Oceano Atlantico li separi. Condividono interessi economici, valori democratici e, in parte, la sfida politica rappresentata dall’amministrazione Trump. Giselle Bosse, dell’Università di Maastricht, ha sottolineato che la definizione di “essere europei” va oltre la collocazione geografica, suggerendo che il Canada potrebbe rientrare in questa definizione data la sua organizzazione politica e sociale di ispirazione europea.

Nonostante ciò, la strada verso l’adesione è irta di ostacoli. Diversi paesi candidati, come quelli nei Balcani occidentali, l’Ucraina e la Moldova, affrontano un iter di adesione già complesso. Inoltre, lo storico rifiuto del Marocco del 1987, basato sul fatto che non fosse uno Stato europeo, evidenzia le difficoltà di cambiare l’attuale quadro legale.

Vi sono anche ragioni pratiche che potrebbero ostacolare il processo. Il Canada dovrebbe affrontare enormi sfide economiche legate all’adeguamento ai regolamenti doganali e alle tariffe UE, che potrebbero danneggiare i rapporti commerciali con gli Stati Uniti. La questione economica si combina con la necessità di ottenere un consenso univoco all’interno dell’UE per l’ammissione di un nuovo membro, cosa che potrebbe incontrare resistenza, specie in paesi come la Francia, notoriamente attenti a tutelare i propri settori agricoli.

Infine, ci sono rischi politici: una mossa favorevole per il Canada potrebbe suscitare malcontento in altri paesi aspiranti membri che attendono da lungo tempo, come la Turchia. Ian Bond, del Center for European Reform, suggerisce che, nel breve termine, il Canada potrebbe più pragmaticamente cercare di rafforzare il proprio accordo di partenariato economico con l’UE. Le recenti aperture del primo ministro canadese alla cooperazione con la Francia di Emmanuel Macron vanno in questa direzione, pur con la consapevolezza della complessità del contesto.

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