Con la scomparsa di papa Francesco, avvenuta all’età di 88 anni proprio nel giorno del Lunedì di Pasqua, si apre un nuovo capitolo per la Chiesa cattolica. In seguito ai funerali del pontefice, il Collegio dei Cardinali si riunirà nella prestigiosa Cappella Sistina del Vaticano per l’inizio del conclave, procedura segreta e complessa che porterà all’elezione del nuovo capo della Chiesa. Un percorso quello del conclave, che, sebbene aperto in teoria a qualsiasi uomo battezzato cattolico romano, da oltre sette secoli ha sempre visto prevalere un cardinale.
Anche se indovinare chi indosserà i panni del prossimo papa non è semplice, il precedente del 2013 è ancora vivo nella memoria: Jorge Bergoglio, l’allora cardinale di Buenos Aires, non era tra i principali nomi in lizza, eppure riuscì ad emergere come successore di Benedetto XVI dopo cinque votazioni in appena un giorno. La successione, del resto, risulta particolarmente cruciale in questo momento storico. Il prossimo pontefice dovrà affrontare una Chiesa con fratture ideologiche su tematiche calde come l’inclusione della comunità LGBTQ+ e il perdurante scandalo degli abusi da parte di membri del clero, oltre a navigare un panorama globale caratterizzato da tensioni culturali e conflitti territoriali.
Tra i nomi che potrebbero emergere nella corsa al papato vi è quello del cardinale italiano Pietro Parolin, che ha ricoperto ruoli di primaria importanza presso il Vaticano, assumendo le vesti di segretario di Stato dal 2013. Parolin, originario del Veneto, ha svolto un ruolo significativo nella diplomazia vaticana, in particolare nel ristabilimento delle relazioni tra la Santa Sede e la Cina. Tuttavia, sebbene ambizioso e strategicamente posizionato, potrebbe scontare l’assenza di un forte carisma personale e di una solida esperienza pastorale. Ci sono anche timori che possa raffigurare segretamente tendenze conservatrici sotto una facciata di moderazione.
Un’altra personalità in ascesa è il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme. Il suo profilo si distingue nel panorama del Medio Oriente, e la sua prospettiva più progressista potrebbe ricalcare quella di Francesco, soprattutto nei dialoghi interreligiosi e nell’attenzione all’ambiente. Spostando lo sguardo verso l’esterno del continente europeo, il cardinale filippino Luis Tagle rappresenta una figura carismatica particolarmente stimata, con una decisa sensibilità verso le problematiche sociali e una forte critica alle ingiustizie, come dimostrato nel suo dissenso contro il regime di Duterte nelle Filippine.
In questo affresco di possibilità, appare anche il nome del cardinale Peter Turkson del Ghana, la cui elezione potrebbe segnare una svolta storica per la Chiesa moderna, anche se le sue dichiarazioni passate possono rappresentare un ostacolo. Turkson, con una storia di riformismo alle spalle, mantiene una forte autorevolezza, pur essendoci delle controversie su alcune sue posizioni espresse in passato.
La politica interna del Collegio dei Cardinali ha mutato sotto Francesco, con una maggiore presenza di cardinali provenienti da aree tradizionalmente sotto-rappresentate, come Africa, Asia e America Latina. Questo rimescolamento geografico potrebbe giocare un ruolo di primo piano nel determinare il prossimo leader spirituale. Alla stessa maniera, i potenti blocchi provenienti da questi continenti potrebbero contrastare strategicamente il dominio europeo, rendendo la scelta del successore di papa Francesco tutt’altro che scontata.
Nel panorama religioso, la figura del successore di Francesco avrà la capacità di plasmare la Chiesa del futuro: un nuovo papa potrebbe dunque consolidare il percorso di riforme iniziato da Bergoglio o condurre la Chiesa verso nuovi equilibri.