Due paesi si trovano paralizzati a causa di un blackout elettrico che getta Spagna e Portogallo nel caos. È mezzogiorno e molteplici attività sono in corso: il giardiniere del Barcellona, Juan Hernandez, sta curando il prato per la sfida contro l’Inter, mentre l’arcivescovo Enrique Benavent Vidal è impegnato nella celebrazione della messa in onore di San Vincenzo a Valencia. Contemporaneamente, a Madrid il Parlamento attende l’intervento del ministro degli Esteri José Manuel Albares e a Lisbona il premier Luis Montenegro si prepara per un dibattito televisivo. Gruppi di persone si riuniscono in varie località: dai congressisti a Valencia ai partecipanti all’Open di tennis presso il campo Manolo Santana, dove il bulgaro Grigor Dimitrov sta fronteggiando Jacob Fearnley.
Nelle torri madrilene, la signora Pilar De Andrés si appresta a uscire per la spesa. Gli ospedali sono in attività, come il Sao Joao Paulo a Oporto, dove il dottore Jorge Almeida è in procinto di eseguire un’operazione. All’improvviso, alle 12:34, la situazione precipita e ogni cosa si ferma: si verifica il Gran Apagón, un blackout che lascia senza elettricità entrambi i paesi. L’incertezza prende piede e le teorie complottistiche dilagano, alimentando il panico.
I cittadini cercano di adattarsi: agli incroci, i semafori smettono di funzionare, e ci si affida alla prudenza piuttosto che alla tecnologia. Nei supermercati, i clienti assaltano gli scaffali come se fosse scoppiata una nuova emergenza pandemica. Viene raccomandato l’uso parsimonioso dei frigoriferi, per preservare il freddo il più a lungo possibile, e si esortano le persone a non affidarsi troppo ai generatori domestici per evitare incidenti.
Quando cala la sera, l’angoscia cresce ulteriormente. Le città rimangono nell’oscurità, bloccando trasporti e altre funzioni essenziali. Il governo avvia lo stato di emergenza, con militari che sorvegliano le zone critiche. Le comunicazioni, ridotte, portano alla ricerca disperata di powerbank per ricaricare telefoni sempre più spenti.
Negozi chiusi, l’illuminazione pubblica assente, e un’atmosfera simile a un set cinematografico dominano le strade. Nei pochi locali ancora aperti, si lotta per mantenere la calma. Alcuni, come la campionessa Coco Gauff, trovano modi per adattarsi alla mancanza di servizi, mentre il rischio di incendi, a causa dell’utilizzo incrementato di candele, si intensifica. La giornata si conclude nell’incertezza, come una scena tratta da un romanzo distopico.