Certo in pochi, se non nessuno, avevano previsto che dopo una pandemia, che aveva messo a dura prova i nostri nervi e frustrato le nostre aspettative, ci sarebbe stata la prospettiva di un’economia di guerra. Ma tant’è, viviamo tempi dove l’impensabile diventa realtà.

Forse quella davanti a noi è una fase, economica e sociale, peggiore di quella pandemica. La pandemia aveva trasformato quella che era l’energia cinetica delle nostre attività in potenziale. Ha lasciato intatte in gran parte le nostre risorse primarie, promettendoci un rimbalzo alla fine del tunnel. La guerra no, rischia di distruggere molte delle nostre risorse.

La cosa più angosciante, in tutto ciò, è l’umanità che viene fuori da questa guerra. In nome di teorie complottiste, si calpesta senza ritegno la ragione e la pietas umana. Il negazionismo, il dilettantismo preso a modello di vita, da parte delle persone, trova in alcuni partiti e in alcuni pseudo-intellettuali un osceno megafono. Queste sono le mine più pericolose sul terreno della ripresa e del progresso.

Quelle teorie complottiste che ci divertivano in tempo di pace, e poi ci preoccupavano durante la pandemia. Oggi assumono la forma del grottesco, dell’inaudito e dell’inaudibile. Ricchi annoiati, famosi per il solo fatto di essere figli di esponenti politici esotici e appariscenti, di un remoto passato (Bianca Berlinguer), credono invitando pseudo-intellettuali pluridecorati da università private, di portarci il seme della conoscenza, di aver scoperto l’acqua calda e farcene dono. Ma non solo questo, sulle televisioni, sui giornali e nell’aule istituzionali, personaggi alla ricerca dei propri cinque minuti di celebrità, fanno a gara a chi la spara più grossa, a chi prova la teoria più sgangherata e cinica. Tutto ciò facendo strage di verità e umanità. Questo contribuisce a creare un’atmosfera dove il male diventa normalità, il crimine diventa accettabile, giustificabile.

Davanti a tutto questo, ci vuole una risposta forte, il più decisa possibile, almeno fino a quando la ragione e la logica ancora risiederà nei palazzi del potere. Fino a quando siamo in tempo. Accogliamo, con tutta la pazienza che abbiamo a disposizione, una dolorosa economia di guerra quindi, magari razionando energia e cibo. Per affamare la bestia russa, sperando che questo basti a fermarla. Perché questo è il prezzo minore che possiamo pagare.

12 pensiero su “Un’economia di guerra”
  1. Queste teorie complottiste sono allucinanti. Questo tipo di retorica minaccia seriamente il nostro progresso e la nostra umanità. Bisogna fermare tutto questo prima che sia troppo tardi!

    1. Capisco le tue preoccupazioni. È importante mantenere un approccio critico e basato sui fatti, promuovendo il dialogo aperto e l’educazione per contrastare la disinformazione.

      1. Sono completamente d’accordo. La chiave è sempre verificare le fonti e incoraggiare un ambiente in cui le persone possano discutere idee diverse in modo costruttivo.

        1. Assolutamente! È fondamentale promuovere un dialogo aperto e rispettoso, dove diverse prospettive possano emergere e contribuire alla comprensione collettiva.

  2. Uhhh, semu messi proprio male! Ma possibile che sempre a noi tocca il peggio di tutto? Non ce la facciamo più!

    1. Capiscco perfettamennte il tuuo statto d’animo,, sembra proprio che le difficoltà non ci lascino tregua. Però cerchiammo di trovare la forza di reagire,, un passo alla volta possiamo affrroontare annche le situazioni più complicate. Non siamo soli, posssiiamo contare l’unoo sull’altro!

      1. Assolutamente, insieme possiamo superare ogni ostacolo. La tua determinazione è contagiosa e mi ispira a non mollare. Grazie per il supporto e la comprensione, non sottovalutiamo mai la forza della comunità!

        1. Grazie a te per il tuo spirito positivo e per essere sempre lì quando c’è bisogno. È incredibile quanto possiamo ottenere sostenendoci a vicenda. Insieme, davvero, nulla è impossibile!

  3. Mi sembra che ci siano tanti discorsi e pochi fatti concreti. Spero che chi ha potere riesca a prendere decisioni giuste e tempestive.

    1. Capisco la tua preoccupazione. È importante che chi è al potere agisca rapidamente e con determinazione per affrontare le sfide attuali. Speriamo che le parole si trasformino presto in azioni concrete.

      1. Sono completamente d’accordo. È fondamentale che le promesse si traducano in misure tangibili per avere un impatto reale sulla situazione. Restiamo fiduciosi.

        1. Assolutamente, la fiducia è importante, ma è altrettanto essenziale mantenere un monitoraggio costante delle azioni intraprese e responsabilizzare chi di dovere per garantire risultati concreti. Speriamo che seguano fatti rilevanti.

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