La Corte d’Appello di Milano ha deciso di ridurre la pena di Tiziana Morandi, una donna di 49 anni residente nel comune di Roncello, in provincia di Monza, nota come la “Mantide della Brianza”. L’imputata è attualmente detenuta dal luglio 2022 con l’accusa di aver adescato, sedato mediante benzodiazepine e derubato nove uomini di età compresa tra i 27 e gli 83 anni, che aveva contattato tramite social network. La nuova sentenza prevede una reclusione di 14 anni e 5 mesi, accompagnata da una multa di 7.500 euro, a fronte dei precedenti 16 anni e 5 mesi stabiliti dal Tribunale di Monza. La donna era accusata di reati quali rapina, lesioni, uso illecito di carte di credito e violazione delle leggi sulle sostanze stupefacenti.

Durante l’udienza, Morandi ha cercato di difendersi attribuendo le proprie azioni al periodo di isolamento dovuto alla pandemia da Covid-19, descrivendo una presunta “condizione di annientamento” che l’avrebbe spinta a contattare persone sui social per sentirsi meno sola e per ottenere un guadagno extra. Tuttavia, le sue dichiarazioni sono state considerate inattendibili dalla pubblica accusa rappresentata dalla sostituta procuratrice generale Maria Pia Gualtieri.

La difesa, affidata all’avvocato Angelo Leone, ha tentato di ottenere una nuova perizia psichiatrica, richiesta già respinta in precedenza, sostenendo la necessità di esaminare la capacità di intendere e di volere della Morandi. La Corte d’Appello ha rigettato tale richiesta, rilevando che una precedente valutazione psichiatrica, effettuata da un ospedale, aveva escluso disturbi psicopatologici della imputata.

I carabinieri della compagnia di Vimercate avevano avviato le indagini nell’agosto 2021, dopo che un uomo di 83 anni era stato trovato privo di sensi dal figlio nella sua abitazione. L’analisi tossicologica aveva rivelato la presenza di benzodiazepine nel sangue dell’anziano, che aveva riferito di aver bevuto una bevanda con Morandi, la quale si era presentata alla sua porta per una raccolta benefica. Una volta giunto in ospedale, l’uomo aveva notato la sparizione di alcuni monili e denaro. Morandi avrebbe replicato lo stratagemma con altri anziani, adescandoli in vari modi, inclusa la promessa di aiutare bambini malati, mentre ai più giovani avrebbe offerto incontri apparentemente innocenti.

La sentenza della Corte d’Appello ha confermato la solidità dell’impianto accusatorio sostenuto dai pubblici ministeri monzesi Carlo Cinque e Marco Santini, oltre ai carabinieri coinvolti nelle indagini. Le accuse pendenti sulla donna, che comprendono una ventina di capi d’imputazione, restano estese, tra rapina e lesioni personali, mentre la decisione di ridurre la pena di due anni è stata assunta senza riconoscere attenuanti generiche. Le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni, ma è chiaro che l’attività criminale della Morandi venga imputata come chiaramente dimostrata attraverso l’indagine documentata.

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