Nel mese di giugno, nel Missouri, era stato emesso un bollettino di ricerca per Travis Timmerman, cittadino americano scomparso, sulla cui sorte si erano aperti diversi interrogativi. Le indagini condotte a Budapest, dove l’uomo frequentava una chiesa, non avevano portato a soluzioni. Nei giorni successivi, Timmerman avrebbe raccontato di aver lasciato l’Ungheria per recarsi in Libano, con l’intenzione di proseguire verso Damasco in qualità di “pellegrino”. Tuttavia, l’accesso alla Siria è avvenuto a piedi e senza visto, il che ha portato alla sua cattura da parte delle forze governative lealiste, che lo hanno incarcerato per sette mesi.

Durante questo periodo, Timmerman è stato infine liberato dai ribelli, trovandosi poi a vagare spaesato nella zona di al Dyabya, a sud di Damasco. L’incontro con dei civili che si sono presi cura di lui ha permesso il contatto con i militanti, mentre lo stesso Timmerman racconta di aver ricevuto un trattamento decente durante la prigionia, non subendo violenze e potendo almeno comunicare con la famiglia, pur con alcune limitazioni. Inoltre, afferma di essere stato a conoscenza di torture subite da altri prigionieri, soprattutto giovani.

La storia di Timmerman si inserisce in un contesto più ampio e ancora irrisolto, che riguarda la misteriosa scomparsa del giornalista americano Austin Tice. Tice, anch’egli presente in Siria nel 2012, è svanito nei pressi di un checkpoint militare, e da allora il suo destino rimane sconosciuto. Sebbene Washington e la famiglia del giornalista mantengano la speranza che sia ancora vivo, c’è il sospetto che possa essere stato catturato da qualche milizia o dalle stesse forze lealiste per essere utilizzato come merce di scambio.

Negli anni, diverse iniziative sono state intraprese per ritrovare Tice. Gli Stati Uniti hanno provato vari canali diplomatici, inclusi contatti con alti funzionari siriani. Damasco, nonostante abbia partecipato a trattative, non ha mai fornito informazioni certe su Tice. L’unica prova della sua esistenza è rappresentata da un video, pubblicato poco dopo la sua scomparsa, in cui appare bendato e circondato da uomini armati.

Recentemente, il governo americano ha intensificato gli sforzi, inviando delegati in Libano nella speranza di ottenere nuovi indizi. Particolarmente rilevante è la testimonianza riportata da “The Times”, secondo cui un ex detenuto avrebbe avvistato Tice nel 2022 in una prigione a Kfar Sousa, identificandolo con il soprannome “Ossie”, una storpiatura del suo nome derivante dalle difficoltà delle guardie nella pronuncia corretta.

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