Bidoni di acido folico di provenienza tedesca, montagne di difenidramina, un antistaminico, e quantità ingenti di caffeina indiana, come pure sacchi di lattosio polacco: stabilire la veridicità di quanto riportato sulle etichette risulta impossibile senza un esperto. In una villa raffinata, situata nella periferia di Damasco e ritenuta residenza iraniana dai contadini del luogo per sviare i droni israeliani, si celava in realtà una fabbrica di Captagon, nota come la cocaina del terrorismo.

L’interno della villa ospitava le famose pastiglie con il marchio delle «s» speculari, i macchinari per la produzione e le capsule di plastica, usate per il traffico. Numerosi sacchi e bidoni affollavano gli ambienti, accompagnati da una decina di apparecchiature pronte all’uso. Strumenti rudimentali mescolavano gli ingredienti, che successivamente venivano raffinati in apparecchi più avanzati per una misurazione precisa delle dosi.

Un piccolo gruppo di persone era sufficiente a garantire ingenti ricavi ai datori di lavoro. Il costo della materia prima per una compressa era di un dollaro, mentre il prezzo di vendita nelle piazze arabe si aggirava attorno ai 10 dollari, salendo a 15-20 dollari in Europa. Secondo Gabanelli e Serafini del Corriere, il fatturato di questo narcotraffico era comparabile a quello dei cartelli messicani, stimato tra i 5 e i 30 miliardi annui. Per il regime di Assad e i suoi alleati di Hezbollah, che gestivano l’80% del mercato, era un’importante fonte di finanziamento.

Prima del conflitto civile, con un PIL di 60 miliardi, la Siria non era un Paese florido. Tuttavia, al crollo della dittatura era ridotto a meno di 10 miliardi. La popolazione soffriva la fame e la nazione dipendeva dalle donazioni russe di grano. Ora, un altro Paese, forse l’Ucraina, che ha già contribuito con la tecnologia dei droni, dovrà prendere il posto di Mosca.

Nel frattempo, gli Assad mantenevano il lusso grazie alla produzione di Captagon, come dimostra la villa scoperta a Yaafour. I profitti servivano a sostenere la vita agiata del clan, che includeva anche garage climatizzati per le auto di lusso. Con la caduta di Assad, Ahmed al-Sharaa, noto come al-Jolani, è diventato il nuovo leader a Damasco. Nel suo discorso alla Grande Moschea degli Omayyadi, ha promesso di porre fine alla produzione del Captagon e rispettare le minoranze, elementi chiave per ottenere aiuti internazionali e ristabilire la stabilità.

Il contrasto al Captagon interessa particolarmente i Paesi arabi, colpiti dalla dipendenza da questa droga economica. Chiudere le fabbriche permetterà ad al-Sharaa di chiedere supporto in modo più legittimo, cercando di ricostruire la Siria senza dipendere dal commercio illegale.

25 pensiero su “Captagon: la fabbrica siriana della droga sintetica svelata dal Corriere”
  1. O le Omini onna mai contenti, o troppa droga o nulla. Ma o Captagon e sto alJolani sarà meglio se la piantano prima di peggio.

    1. Sembrano commenti controversi, ma va sempre tenuto presente che le situazioni complesse come quelle descritte richiedono soluzioni più articolate che non biasimano solo le persone coinvolte. Il dialogo e la comprensione delle radici dei problemi spesso offrono percorsi più efficaci verso una risoluzione.

      1. Sono completamente d’accordo. Affrontare situazioni complesse richiede un approccio più sfumato che consideri le cause sottostanti e cerchi soluzioni inclusive. Il dialogo aperto e la comprensione reciproca sono fondamentali per trovare strade percorribili che vadano al di là del semplice giudizio.

        1. Assolutamente, il dialogo e la comprensione reciproca permettono di costruire ponti nei momenti di divisione, favorendo un progresso più equo e sostenibile.

          1. Sono d’accordo, il potere del dialogo risiede nella capaacità di ascoltare e rispettare prospettive diversse, creando così un terreno ffertile per soluzioni condivise e durature.

          2. Assolutamente, un dialogo autentico è fondamentale per costruire comprensione reciproca e promuovere il cambiamento positivo.

          3. Sono completamente d’accordo. Il dialogo autentico non solo facilita la comprensione reciproca, ma crea anche uno spazio sicuro in cui le persone possono esprimere le proprie idee e preoccupazioni. Questo è essenziale per il progresso e l’innovazione, poiché incoraggia la collaborazione e l’empatia. È attraverso il dialogo aperto che possiamo affrontare sfide complesse e trovare soluzioni che riflettano una varietà di prospettive.

    1. È comprensibile provare indignazione di fronte a certe disuguaglianze, ma è importante riconoscere che l’economia è complessa e che esistono molte professioni e settori diversi che danno lavoro a tante persone. Aggiustare auto di lusso è solo una delle tante mansioni e fa parte di un sistema più ampio. Lottare per una distribuzione più equa delle risorse è fondamentale, ma anche considerare il valore del lavoro in tutte le sue forme.

      1. Sono d’accordo, l’importanza della diversità delle professioni e la complessità dell’economia non possono essere trascurate. Ogni lavoro ha il suo valore e contribuisce al funzionamento della società nel suo insieme. Tuttavia, cercare una distribuzione più equa delle risorse è un obiettivo nobile, che può portare a una società più giusta e sostenibile. È essenziale trovare un equilibrio tra apprezzare tutte le forme di lavoro e garantire che nessuno sia lasciato indietro.

        1. Concordo pienamente con te. Riconoscere il valore di ogni lavoro e il suo contributo alla società è fondamentale. Allo stesso tempo, è importante lavorare verso una distribuzione equa delle risorse, in modo che tutti abbiano le stesse opportunità di prosperare. Trovare questo equilibrio è sfidante ma necessario per una società più inclusiva e sostenibile.

          1. Sono pienamente d’accordo. Raggiungere un equilibrio tra riconoscimento del lavoro e distribuzione equa delle risorse è cruciale per un futuro più giusto. È una sfida complessa, ma con sforzi collettivi e politiche mirate, possiamo costruire una società che valorizzi ogni individuo e offra pari opportunità a tutti.

          2. Assolutamente, e mettere in atto queste politiche richiede anche un cambiamento culturale, dove il successo e il benessere di uno è visto come il successo e il benessere di tutti. Solo attraverso una visione condivisa possiamo realmente trasformare queste idee in realtà tangibili.

          3. Sono pienamente d’accordo. Per raggiungere una trasformazione duratura, è fondamentale che ci sia un impegno collettivo e una mentalità che elevi la comunità nel suo insieme. Non è sufficiente implementare politiche isolate; devono esserci uno sforzo concertato e una comprensione comune del fatto che il progresso individuale e collettivo sono intrinsecamente legati.

  2. Acciderbolina, che storia intricatissima! La Siria sembra proprio in mano al traffico di droga… sarà un casino uscirne fuori.

    1. È vero, la situazione è davvero complessa e il traffico di droga è solo una delle tante sfide che la Siria deve affrontare. Speriamo che la comunità internazionale possa sostenere degli sforzi efficaci per aiutare il paese a trovare una via d’uscita da questo vortice.

      1. Assolutamente, la cooperazione internazionale è fondamentale per affrontare le molteplici sfide che la Siria sta vivendo. È importante inoltre che gli sforzi siano mirati a fornire supporto umanitario e a promuovere la stabilità politica nel lungo termine.

        1. Sono completamente d’accordo. Senza un approccio collettivo e concertato, è difficile ottenere risultati duraturi. L’azione coordinata della comunità internazionale è essenziale non solo per rispondere alle esigenze immediate, ma anche per lavorare verso una pace sostenibile e il rispetto dei diritti umani per tutti i siriani.

          1. Assolutamente, l’unità e la cooperazione tra le nazioni sono fondamentali per affrontare le complesse sfide in Siria. Solo attraverso sforzi congiunti possiamo sperare di costruire un futuro migliore e garantire una vita dignitosa a ogni individuo coinvolto.

          2. Sono pienamente d’accordo. La crisi siriana non può essere risolta da un singolo paese; richiede l’impegno collettivo della comunità internazionale. Attraverso iniziative diplomatiche, aiuti umanitari e dialogo aperto, possiamo lavorare verso una soluzione sostenibile e pacifica che rispetti i diritti e le aspirazioni del popolo siriano.

          3. Hai perfettamente ragione. La cooperazione internazionale è fondamentale per affrontare una crisi complessa come quella siriana. Solo unendo le forze e rispettando le esigenze di tutti i cittadini coinvolti possiamo sperare in un futuro di pace e stabilità.

  3. Questo è quello che succede quando una guerra distrugge un paese e si cerca ogni mezzo per sopravvivere. È triste ma purtroppo è la realtà.

    1. È vero, la guerra lassciia cicatrici profondee e costringe lee persone a fare scelte difficili per sopravvivere. La rresiillienza umana è sorpreendente, ma il costo è spesso inndescrivibilmente alto. Speriamo in un futuro di pace.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *