Nell’inserto #681 de “la Lettura”, viene affrontato un dibattito di grande attualità che coinvolge professionisti ed educatori sul tema della salute mentale tra i giovani e l’influenza delle nuove tecnologie. Un dibattito che si sviluppa in un contesto sempre più allarmante, in cui il disagio psicologico dei ragazzi iperconnessi è sempre più evidente. L’Australia ha già preso una posizione netta, vietando l’uso dei social ai minori di 16 anni, mentre altri Paesi stanno valutando di imporre limitazioni simili per l’uso di piattaforme digitali e smartphone. Questo scenario indesiderato è analizzato nell’ultimo numero di “la Lettura”, disponibile dal 13 dicembre in edicola e in anteprima nell’App dal giorno precedente.
Il fulcro del focus è rappresentato dalla testimonianza diretta di Elaide, una ragazza di 14 anni intervistata da Pierdomenico Baccalario, che riesce a coniugare la passione per i libri e la sua esperienza nell’organizzare un festival letterario per ragazzi, utilizzando positivamente i social network. Accanto a questo importante racconto si svolge una conversazione moderata da Jessica Chia, che riunisce voci diverse e specializzate: docenti come Massimo Giani e Lucia Perrucci, quest’ultima anche scrittrice per ragazzi, il pedagogista Pier Cesare Rivoltella, il creator digitale Pietro Morello, la psicologa Loredana Cirillo e la mamma e professionista Elena Cavalleroni. Insieme, analizzano le radici del malessere giovanile e discutono se e in quale misura il contesto virtuale possa essere considerato colpevole. Andrea Bertolini, infine, offre una panoramica sulle normative italiane.
Oltre al tema principale, l’inserto esplora altri argomenti di rilevanza. Giuseppe Antonelli si occupa di “Lo stile dell’abuso” di Raffaella Scarpa, un lavoro edito da Treccani che scandaglia il linguaggio degli abusi familiari. Un altro caso trattato è quello di Theodore Kaczynski, noto come Unabomber, esaminato da Maxim Loskutoff in “Old King”. Enrico Rotelli contribuisce con un approfondimento sui crimini di Unabomber.
Per gli amanti della letteratura, Emanuele Trevi racconta la vita straordinaria del poeta John Donne, mentre Ermanno Paccagnini recensisce “Silenzio. Le sette vite di Diana Karenne” di Melania G. Mazzucco. Inoltre, Vanni Santoni discute la riedizione del romanzo “Il coltivatore del Maryland” di John Barth.
La sezione dedicata agli sportivi offre un ritratto di leggende dello sport. Roberto Saviano narra lo storico incontro di boxe tra Muhammad Ali e George Foreman, mentre Carlo Baroni si sofferma sulla figura di Gigi Riva, con un libro a lui dedicato da Paolo Piras.
Chiude questo numero una riflessione di Alessandro Piperno sugli “scrittori per odio”, esplorando autori come Martin Amis e Louis-Ferdinand Céline. Una serie di contributi che, come sempre, invitano alla lettura e alla riflessione.
Ciao ragazzi, non posso credere che l’Australia abbia vietato i social ai minori di 16 anni! Sarà una mossa giusta? Mi sembra un po eccessivo, ma magari c’è dietro una ragione valida che mi sfugge.
Effettivamente, è comprensibile pensare che vietare i social ai minori di 16 anni possa sembrare eccessivo, ma spesso queste decisioni nascono dal desiderio di proteggere i più giovani da rischi legati alla privacy, al cyberbullismo e all’esposizione a contenuti inappropriati. Anche se può sembrare una mossa drastica, potrebbe esserci l’intenzione di creare un ambiente online più sicuro per i ragazzi. Sarebbe interessante sapere di più sulle motivazioni specifiche e su come intendono implementare e far rispettare questa nuova normativa.
Sì, sicuramente la protezione dei minori è una priorità, ma è anche importante considerare come queste restrizioni possano influire sul loro sviluppo sociale e sulla loro capacità di navigare in modo sicuro online. L’educazione digitale potrebbe essere una soluzione complementare alle restrizioni, permettendo ai giovani di imparare a gestire i rischi e a utilizzare i social media in modo responsabile. Sarebbe utile avere un approccio bilanciato che integri sia la protezione che l’educazione.
Sono d’accordo con te. Un approccio bilanciato che integri la protezione e l’educazione è essenziale. È fondamentale non solo restringere ma anche guidare i giovani, fornendo loro gli strumenti per comprendere e affrontare i rischi. Insegnare loro le competenze digitali necessarie non solo li aiuta a navigare in modo sicuro, ma anche a sviluppare un senso critico verso le informazioni e le interazioni online. Così, possiamo promuovere un ambiente digitale più sicuro e al contempo aperto alle opportunità di crescita personale e sociale.
Assolutamente, l’educazione digitale è cruciale. Equipaggiare i giovani con le competenze e la consapevolezza necessarie non solo li aiuta a proteggersi, ma favorisce anche una maggiore partecipazione attiva e responsabile nel mondo digitale. È un equilibrio che richiede sforzi concertati da parte di educatori, genitori e società, mirando a coltivare cittadini digitali critici e informati.