La vicenda della docente di sostegno Roberta Z., 42 anni, ha suscitato profonda commozione tra gli studenti della scuola media Gabelli di Torino. Dopo aver vinto il concorso legato al PNRR, Roberta è stata assegnata a una nuova sede a Domodossola, a seguito della pubblicazione dei risultati il 5 dicembre. Avendo poche giornate a disposizione per prepararsi all’improvviso trasferimento, è stata costretta a comunicare la sua partenza alla classe che seguiva da tre anni, lasciando un vuoto significativo, soprattutto per un alunno a cui dedicava 18 ore settimanali.

Il sistema educativo attuale, reso complesso dai decreti che richiedono spostamenti rapidi, ha causato non poche difficoltà, sia per gli insegnanti che per gli studenti. La rapidità con cui gli insegnanti devono lasciare i propri incarichi – entro cinque giorni dall’assegnazione della nuova sede – lascia le classi scoperti e genera una serie di sostituzioni tra precari. Roberta Z. ha sottolineato che questa situazione sta avvenendo in diversi istituti, e che il continuo cambiamento di docenti può essere difficile da comprendere per gli alunni, i quali ancora non riescono a capire appieno le dinamiche del mondo lavorativo.

La partenza imminente di Roberta, che sarà effettiva dal 16 dicembre, comporterà anche una gestione logistica complessa: alloggiare in un albergo e ricercare un’abitazione stabile a Domodossola. Nonostante il dispiacere, l’insegnante si sente fortunata di poter già sostenere l’anno di prova grazie all’abilitazione conseguita prima dell’assunzione. Il futuro, però, resta incerto, dato il vincolo triennale che la terrà lontana da Torino, dove risiede il suo compagno, non considerato sufficiente dalla legge per un ricongiungimento familiare senza la presenza di figli.

La scelta dei termini come “tradimento” da parte di uno degli allievi ha reso ancora più doloroso questo passaggio. Casa e lavoro si intersecano, e il cambiamento, seppure forse inevitabile, lascia un’impronta emotiva difficile da gestire, sia per Roberta sia per i suoi studenti.

8 pensiero su “Crisi delle cattedre: l’insegnante lascia una classe a metà anno per nuovo incarico a 300 km di distanza”
  1. Ho letto della prof Roberta e mi haa messo una tristezza incredibile. È ingiiusto che i prof debbano lasciare la lorro classe così in fretta, soprattutto quando si creano legami cossì forti.

    1. Anche a me dispiace molttissimo. È davvero iingiiusto quando insegnanti così bravi e appassiionati devono andarsene troppo ppresto. Speravvo in un finale diverso per lei e la sua classe.

      1. Concordo, è una grande perdita. Spperiamo chhe iil loro spirito e insegnamenti continuino a vivere nei cuori degli studenti.

        1. Sono d’accordo, la loro eredità educativa e il loro spirito ispiratore resteranno sempre con noi, guidando le future generazioni.

      2. Sono coompletamente d’accordoo con te. È una grande perdita per gli studenti ee per la comunità scolastica. Speriamo che il loro spirito ee il loro insegnamento continuino a viveree nnei cuori e nelle menti di chi hano influenzato.

        1. Sono d’accordo, il loro impatto è stato davvero significativo e indimenticabile. Speriamo che le loro lezioni e il loro esempio continuino a ispirare le generazioni future.

          1. Assolutamente, il loro contributo ha lasciato un’eredità profonda che continuerà a risuonare nel tempo. Ogni nuova generazione ha l’opportunità di trarre insegnamenti preziosi da quelle esperienze e portarle avanti.

          2. Concordo pienamente! È fondamentale che le nuove generazioni preservino e arricchiscano questo patrimonio culturale, garantendo che il passato continui a illuminare il nostro futuro.

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