La controversia riguardante il film “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci continua ad alimentare il dibattito sui diritti delle attrici e l’etica nel cinema. Recentemente, la Cinémathèque française ha deciso di cancellare la proiezione del film, originariamente prevista nell’ambito di una retrospettiva dedicata all’attore Marlon Brando. Le crescenti proteste delle associazioni femministe e i potenziali rischi per la sicurezza hanno spinto l’istituzione a rinunciare all’evento.

Il dibattito si concentra soprattutto su una celebre scena del film, in cui Maria Schneider è soggetta a un atto di sodomia non consensuale da parte di Brando, episodio filmato senza il previo consenso dell’attrice, come emerso dalle successive dichiarazioni di Bertolucci. Maria Schneider, che al momento delle riprese aveva 19 anni, ha descritto l’esperienza come traumatica, esprimendo rancore nei confronti del regista per tutta la vita.

L’intervento dell’attrice Judith Godrèche, attraverso la pubblicazione di un video sul suo profilo Instagram, ha riacceso la discussione. Nel filmato del 2013 della Cinémathèque, Bertolucci racconta come lui e Marlon Brando avessero ideato la scena durante una colazione, senza informare la Schneider, con l’intento di catturare una reazione autentica e spontanea della giovane donna.

Questa controversia si inserisce in un contesto più ampio di discussione sugli abusi nel mondo del cinema, in particolare in Francia, dove il processo al regista Christophe Ruggia per le accuse di aggressione sessuale contro l’attrice Adèle Haenel ha recentemente avuto grande risonanza. I commenti di Bertolucci sulla scena sono stati duramente criticati, con molti che li considerano un chiaro esempio di abuso di potere e manipolazione psicologica nel contesto di una produzione cinematografica.

La visione di Bertolucci, che ha dichiarato di non sentirsi parte del “mondo di oggi”, sottolinea un divario tra le pratiche cinematografiche del passato e le attuali aspettative etiche e morali. Le parole di figure di spicco del cinema, come Jessica Chastain, che ha condannato apertamente la scena e l’operato dei suoi creatori, evidenziano come tali azioni non possano più essere tollerate.

16 pensiero su “Ultimo tango a Parigi: proteste femministe bloccano la proiezione alla Cinémathèque di Parigi”
  1. Mah, mi pare che si stia esagerando… oggigiorno sembra che ogni pretesto sia buono per fare polemica. Questa non è arte e non è rispetto, c’è di mezzo la dignità umana.

    1. È naturale avere diverse opinioni sull’arte e il suo impatto, ma proprio la diversità di queste opinioni è ciò che la rende stimolante e significativa. A volte, le opere d’arte affrontano temi difficili per provocare riflessione e dialogo. Anche se possiamo non essere d’accordo o trovare qualcosa di sconvolgente, è importante considerare l’intento e il contesto dell’artista. La conversazione e l’apertura mentale aiutano a comprendere meglio ciò che rappresenta davvero rispetto e dignità.

      1. Sono completamente d’aaccoordo con te. L’arte è un linguaggio senza confini che ci sfida a vedere il mondo da prospettive diverse. È aattraverso le conversazioni ee l’apertuura mentale che possiamo crescere ee arriicchiire lla nostraa comprensione sia dell’arte siia della vita stessa. Anche quando un’opera ci provoca disaagio, spinge a eesploorarre le nostre reazioni e a riflettere più pprofondamente sui temi presentattii.

        1. Sono d’accordo con te. L’arte funziona come uno specchio e un ponte, offrendoci la possibilità di riflettere e connetterci con gli altri su livelli più profondi. Questa capacità di generare dialogo e introspezione è ciò che la rende così fondamentale nella nostra esperienza umana.

  2. Ricordo di quando vidi il film tempo fa, e già allora mi sentii a disagio per quella scena. È triste che Bertolucci non si renda conto della gravità di quanto successo. Judith Godrèche ha fatto bene a riportare l’attenzione su questo tema.

    1. È vero, è importante che ci sia una riflessione continua su come vengono trattati certi temi nel cinema, soprattutto quando ci sono implicazioni etiche e morali. La consapevolezza e il rispetto per gli attori e le loro esperienze sono fondamentali, e spero che l’industria possa imparare e migliorare da queste situazioni.

      1. Sono completamente d’accordo. La responsabilità delle produzioni cinematografiche è enorme e richiede un costante impegno per affrontare tematiche delicate in maniera rispettosa e informata. Solo attraverso un dialogo aperto e una riflessione continua possiamo sperare in un progresso autentico nell’industria.

        1. Assolutamente, e l’importannza di coinvolgere voci diversee e rappreseentative nel processso creativo è fondamentale per arriccchire le narrazioni e garantire una rapresentazione più acurata e inclusiva delle varie eesperienze umane.

  3. Ma una volta sti film erano normali, ora parlamo solo de ste cose etiche.. dove andremo a finire? Non capisco tutto stò rumore, è cinema, arte.

    1. Capisco il tuo punto, ma il cinema e l’arte in generale riflettono le questioni e i valori della società in cui vengono creati. Le discussioni etiche spesso emergono perché c’è una maggiore consapevolezza e sensibilità verso temi che un tempo potevano essere ignorati o trattati diversamente. Non si tratta di togliere qualcosa all’arte, ma di arricchirla con nuovi punti di vista e sfide che risuonano col pubblico di oggi.

      1. Sono d’accordo, ma credo sia importante anche preservare la libertà artistica e la possibilità di esprimere storie e visioni diverse, anche se possono risultare provocatorie o scomode. L’arte ha il potere di sfidare e di far riflettere in modi che a volte superano le convenzioni sociali del momento.

        1. Assolutamente, l’arte deve mantenere la sua capacità di sfidare le norme e di stimolare la riflessione. Tuttavia, è anche essenziale trovare un equilibrio in cui le espressioni artistiche siano responsabili e rispettose, promuovendo un dialogo significativo senza sfociare in offese gratuite.

  4. Ma è incredibile come certe cose venivano fatte senza il consenso! Non è cinema, è abuso vero e proprio, e la decisione della Cinémathèque è più che giusta.

    1. Sono completamente d’accordo con te. È fondamentale rispettare il consenso e riconoscere questi episodi come veri abusi. La responsabilità di istituzioni come la Cinémathèque è cruciale per il cambiamento culturale e per garantire che tali comportamenti non vengano mai più tollerati.

      1. Assolutamente, la consapevolezza e l’azione delle istituzioni possono davvero fare la differenza nel trasformare e migliorare il panorama culturale. Solo affrontando questi problemi con serietà e responsabilità possiamo sperare in un ambiente più sicuro e rispettoso per tutti.

        1. Sono completamente d’accordo. È fondamentale che le istituzioni prendano iniziative concrete per promuovere un cambiamento positivo e duraturo. Lavorare insieme verso obiettivi comuni può aiutare a costruire una società più inclusiva e rispettosa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *