Una volta si diceva che l’agricoltore aveva il “campicello” per se coltivato biologicamente e il campo di grandi dimensioni per la coltivazione intensiva dove andava coltivato con qualche “additivo” per avere prodotti, specialmente da ortofrutta, di grandi dimensioni senza sapore e acquosi che andavano bene per il commercio perché erano pagati poco al produttore ma fruttavano molto sul mercato . Oggi siamo andati in peggio, almeno dal lato bio, perché è entrata con forza la chimica tra : pesticidi, diserbanti, ormoni, concimi chimici, prodotti per la maturazione intensiva e altri prodotti che non portano benessere alla sostenibilità agricola. Prodotti agricoli belli da vedere ma la qualità? Le monocolture, specialmente quelle intensive, sono territori molto estesi e hanno le loro esigenze di irrorare prodotti chimici che contrastano fortemente con le altre varietà di colture bio. Prima , delle monocolture intensive, esistevano anche spazi verdi di pascolo non inquinato oggi per certe situazioni di colture locali, gli animali sono prevalentemente in stalla. Prendiamo per esempio il caso locale dove alle nocciole si danno i “pesticidi”, chiamati “fitofarmaci”, dove la mortalità per casi di tumore è alta. Una nutrita schiera di animaletti si rifugia in territori bio e parliamo di: volatili, grilli , farfalle, lucertole, formiche, api, insetti impollinatori, cimici, vermi, lumache, cicale e perfino qualche rospo. Certi volatili che prima mangiavano certi insetti dannosi, del tipo cimici e altri, con l’avvento di una chimica, per cui si usano i pesticidi, sono spariti. Però importiamo prodotti da altri Paesi che erogano per l’agricoltura: forti pesticidi e diserbanti “sospetti” di provocare tumori è come dire l’operazione è riuscita ma il paziente è morto. Nel nostro Paese c’è un disciplinare “rigido” e sono “vietati” i prodotti che danno all’estero per uso agricolo, con cui però importiamo: grano, olio e altro con il bene placido di Multinazionali sempre più opulente che dirigono il commercio mondiale. C’è da considerare anche quelli spazi verdi del passato oggi sono occupati dal cemento che attraverso la costruzione di: grandi palazzi, industrie e centri commerciali e altro ogni giorno spariscono terreni fertili per 19 (diciannove) ettari in meno. Su questo ci sono storie di agricoltori che lasciano l’agricoltura, per il basso reddito, passando a speculatori immobiliari i terreni a costi bassi ma guadagni enormi Con i cambiamenti climatici che si accentuano nel tempo assistiamo a un cambiamento significativo delle stagioni con inverni caldi con grandi alluvioni e estati torride e siccitose e le piante stanno attraversando uno stress continuo con una crisi profonda portando ad un mutamento del ciclo riproduttivo modificando il proprio DNA in un certo modo. Quindi si sta verificando un cambiamento significativo e la cosa si risolve con un rispetto profondo della natura con una grande transazione ecologica, al livello mondiale, che porti: ambienti sostenibili per una agricoltura biologica e benessere a tutti.