Questa mattina, lunedì 23 dicembre, all’ospedale di Treviso è deceduto Francesco Favaretto, un giovane di 22 anni ferito gravemente durante un’aggressione subita il 12 dicembre. Un gruppo di una decina di giovanissimi, di cui sei minorenni, aveva attaccato Favaretto, colpendolo con un coltello e con i cocci di una bottiglia frantumata. Le lesioni riportate, in particolare a gola e torace, si sono rivelate fatali nonostante gli sforzi dei medici.
Il drammatico evento ha portato domenica all’arresto di tre membri del gruppo responsabile dell’assalto, incluso un minore. Le accuse iniziali di tentato omicidio saranno ora riformulate in omicidio. Favaretto, che risiedeva nel quartiere San Liberale di Treviso con la madre, aveva affrontato diverse difficoltà nel corso dell’adolescenza, molte delle quali legate all’uso di droghe.
Le indagini condotte dagli inquirenti hanno permesso di chiarire la dinamica degli eventi e di identificare tutti i protagonisti dell’accaduto. Secondo quanto emerso, alla base della lite ci sarebbe stata la volontà di sottrarre una dose di hashish alla vittima. La polizia ha attribuito le responsabilità a ciascuno dei partecipanti, consentendo di individuare i reali moventi dietro l’aggressione.
Il questore di Treviso, Alessandra Simone, ha sottolineato l’importanza di una reazione immediata quando non è possibile prevenire tali atti di violenza, lodando l’efficienza della squadra mobile nell’identificare prontamente i colpevoli. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine rappresenta un segnale chiaro e decisivo contro la violenza giovanile sempre più diffusa e priva di limiti.
L’intera comunità di Treviso è rimasta scossa da questo tragico evento, che mette in evidenza problematiche sociali rilevanti, come la diffusione della violenza tra i giovani e i collegamenti con il traffico di sostanze stupefacenti. La tragedia di Favaretto sollecita una riflessione profonda su come affrontare e prevenire tali episodi, sia a livello istituzionale che familiare.