Alois Brunner, uno dei più spietati nazisti al servizio dello sterminio degli ebrei, è stato figura chiave e inquietante anche in Siria, dove ha vissuto a lungo protetto dal regime degli Assad. Nato nel 1912 da una famiglia contadina austriaca, è stato responsabile, secondo il celebre cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal, della deportazione e morte di almeno 120.000 ebrei. Adolf Eichmann lo descriveva come il suo “miglior uomo”, lodando la sua dedizione crudele alla causa.

Dopo la sconfitta della Germania nazista, Brunner, come molti altri criminali di guerra, cercò rifugio in Medio Oriente. Tuttavia, a differenza di molti suoi confratelli che preferirono una vita nell’ombra, lui trovò in Siria un terreno fertile per continuare a esprimere la sua brutalità. Divenne uno dei principali consiglieri per la tortura dell’allora presidente Hafez al Assad, padre dell’attuale presidente Bashar al Assad. Tra le sue invenzioni più nefaste ci sono diversi strumenti di tortura, tutt’oggi tristemente noti, come la “poltrona tedesca”, progettata per spezzare lentamente la spina dorsale.

Nel suo quartiere di Damasco, Brunner era conosciuto semplicemente come “il Tedesco”, e la sua abitazione era presidiata giorno e notte da una folta schiera di guardie armate. Questa presenza costante attirava certamente l’attenzione, e fu proprio la sicurezza eccessiva ad allertare chi era alla sua ricerca. Nel corso degli anni, Brunner fu bersaglio di tre attentati con pacchi bomba, presumibilmente ad opera dei servizi israeliani. Sopravvissuto a questi tentativi, subì comunque gravi mutilazioni, perdendo la vista parziale e alcune dita.

Malgrado numerosi tentativi di giustizia, Brunner riuscì a sfuggire ai processi e a vivere nascosto in Siria. Secondo testimonianze locali, visse i suoi ultimi anni in stato di semi-reclusione fino alla presunta morte avvenuta attorno all’età di 88 anni, quando si ritiene che un’ambulanza lo abbia portato via dalla sua casa per l’ultima volta.

I suoi vicini raccontano di una vita solitaria e misera: poco più che un uomo prigioniero dei suoi stessi demoni, incapace di comunicare a causa della sua limitata conoscenza della lingua araba, e senza legami affettivi visibili. La sua lunga esistenza, contrassegnata da crimini indicibili, sembra essere stata infine ridotta a un cupo isolamento. Alois Brunner ha evitato le aule di tribunale, ma non è sfuggito alla prigione della propria coscienza e al giudizio impietoso della Storia.

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