Il celebre caso del Mostro di Firenze, che ha sconvolto l’Italia tra gli anni ’60 e ’80 con una serie di omicidi brutali, potrebbe presto riaprirsi. A luglio 2024 è stata diffusa la notizia della scoperta di un DNA sconosciuto su uno dei proiettili usati nell’ultimo delitto, quello dei turisti francesi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, uccisi nel 1985. Questa traccia genetica, che non appartiene né alle vittime né agli investigatori, apre nuovi scenari su chi potrebbe essere il colpevole.

Un serial killer e otto duplici omicidi

Tra il 1968 e il 1985, nei dintorni di Firenze, furono compiuti otto duplici omicidi che terrorizzarono la popolazione. Il modus operandi era sempre lo stesso: coppie appartate in auto venivano sorprese e uccise a colpi di pistola, mentre le donne venivano poi mutilate. L’arma del delitto, una Beretta calibro 22, non fu mai ritrovata, e le ipotesi sui moventi variarono da riti satanici a omicidi su commissione.

Dopo anni di indagini, Pietro Pacciani e i suoi presunti complici, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, furono processati, ma le condanne non riuscirono mai a chiudere definitivamente il caso. Il contadino Pacciani fu accusato di sette degli otto duplici omicidi, ma morì prima di un nuovo processo d’appello. Lotti, con la sua testimonianza, contribuì alle condanne, ma molte ombre restano.

La nuova traccia genetica: una svolta?

La vera novità è arrivata nel 2024, quando nuove analisi scientifiche su un proiettile rinvenuto sulla scena del delitto del 1985 hanno identificato un DNA sconosciuto. Questo DNA sembra parzialmente coincidere con tracce trovate in altri due delitti del Mostro, quelli di Pia Rontini e Claudio Stefanacci (1984) e di Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch (1983). Se confermato, questo potrebbe rappresentare una svolta decisiva nell’identificazione del killer.

Secondo l’ematologo Lorenzo Iovino, responsabile dell’analisi, questo DNA non appartiene né alle vittime né agli investigatori, ma nemmeno a Pacciani o agli altri sospettati del passato. L’avvocato Vieri Adriani, che rappresenta i familiari delle vittime francesi, ha chiesto di estendere le analisi a tutti i reperti disponibili, nella speranza di ottenere nuove risposte.

Larve e indagini: un’ipotesi che cambia la data del delitto

Un altro elemento che potrebbe rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti riguarda l’analisi delle larve trovate sui corpi delle vittime dell’ultimo omicidio. Secondo uno studio forense condotto da Fabiola Giusti e Stefano Vanin, il tempo trascorso tra l’omicidio e il ritrovamento dei corpi potrebbe essere più lungo di quanto ipotizzato finora. Questo metterebbe in crisi la testimonianza chiave di Lotti, che indicava l’8 settembre 1985 come data del delitto, aprendo la strada a una possibile revisione del processo contro Mario Vanni.

Un mistero ancora irrisolto

Nonostante decenni di indagini e processi, il caso del Mostro di Firenze non è mai stato davvero risolto. Ora, con nuove tecnologie a disposizione e indagini scientifiche più avanzate, si spera di far luce su uno dei capitoli più oscuri della cronaca italiana. La presenza di un DNA sconosciuto e la revisione delle tempistiche del delitto potrebbero finalmente portare a un epilogo, ma resta ancora molta strada da fare per chiudere definitivamente questo mistero.

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