Dal 19 dicembre, il direttore di Chora Media, Mario Calabresi, si trova in una situazione di emergenza, costantemente in contatto con la famiglia della giornalista Cecilia Sala, arrestata a Teheran. Calabresi comunica costantemente con il collega e compagno della giornalista, Daniele Raineri, oltre che con le autorità italiane, compresa la Farnesina, l’ambasciata e Palazzo Chigi. L’obiettivo condiviso da tutti è di riportare Cecilia Sala a casa quanto prima possibile.
Per Sala, questo viaggio in Iran aveva un grande significato: desiderava tornare a Teheran, una città che aveva già narrato nel suo libro “L’incendio”. Aveva ottenuto un visto di otto giorni con possibilità di estensione, aveva condiviso con le autorità gli incontri e le interviste pianificate e aveva un fixer fornito dall’ambasciata. Sala era sempre stata scrupolosa e metodica nel suo lavoro.
L’allarme è scattato quando la collega di Calabresi, Francesca Milano, ha segnalato che non era arrivata la registrazione del podcast della giornalista prevista per quel giorno. Sala non è mai in ritardo, nemmeno in situazioni difficili come quelle in Ucraina. Inoltre, il suo cellulare era spento da ore e non aveva fatto il check-in per il volo del giorno successivo. Dopo aver consultato Daniele Raineri, è stata immediatamente avvisata l’unità di crisi della Farnesina.
Il primo segnale rassicurante è arrivato solo la mattina successiva, quando la madre di Cecilia è riuscita a parlarle brevemente al telefono. Tuttavia, il suo tono sembrava quello di chi stesse leggendo un comunicato. Sala ha confermato di non aver subito maltrattamenti, ma non ha potuto spiegare né il motivo dell’arresto né dove si trovasse.
Le autorità italiane stanno impiegando ogni risorsa per risolvere la situazione. Calabresi sottolinea la fiducia nel loro intervento, ribadendo l’importanza di non alimentare dibattiti o speculazioni prima della risoluzione del caso.
Ad oggi, otto giorni dopo l’arresto, non è stata ancora ufficializzata un’accusa nei confronti della giornalista, alimentando la speranza di una rapida soluzione. Cecilia Sala ha potuto parlare brevemente anche con il padre e Raineri, ed è stata visitata dall’ambasciatrice Paola Amedei, che le ha portato abiti e cibo.
Calabresi ricorda che situazioni simili si sono già verificate, come il rapimento del giornalista Domenico Quirico in Siria quando dirigeva La Stampa. Esprime fiducia nel fatto che l’Italia non abbandonerà mai i suoi cittadini, confidando che lo stesso avverrà per Sala.
Questo episodio mette in evidenza una volta di più l’importanza del sostegno statale ai propri cittadini in difficoltà all’estero, un valore che l’Italia continua a sostenere e rappresentare con determinazione.