L’inchiesta che coinvolge Chiara Petrolini, la giovane studentessa di Parma accusata di infanticidio nei confronti dei suoi due neonati, ha subito un nuovo sviluppo alla luce delle recenti indagini medico-legali. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Parma, le conclusioni degli esperti forensi, nominate dalla Procura emiliana, suggeriscono che il primogenito di Chiara Petrolini, nato nel maggio 2023, possa essere venuto al mondo vivo. Questo contraddice la versione della Petrolini, che aveva dichiarato che il bimbo non respirava al momento del parto.

Gli esami condotti sul corpicino, sepolto a circa trenta centimetri di profondità nel giardino della villetta a Vignale di Traversetolo, non offrono certezze assolute. Tuttavia, l’analisi condotta dal medico legale Valentina Bugelli e dall’antropologa forense Francesca Magli indica che la morte del piccolo non è imputabile a una morte fetale intrauterina prima del parto. La compatibilità delle ossa del bimbo con quelle di un neonato a termine, la cui gestazione si conclude alla 40ª settimana, sostiene l’ipotesi che il neonato fosse vivo al momento della nascita.

Un ulteriore elemento chiave dell’indagine riguarda lo sviluppo delle gemme dentali, che partono dalla formazione fin dalle prime settimane di gestazione. Tuttavia, manca una conferma decisiva: la “stria neonatale”, che avrebbe potuto attestare con certezza la vitalità del neonato, non è stata rinvenuta. Questa linea di arresto nella crescita dello smalto e della dentina non ha trovato il tempo per formarsi nel caso il piccolo fosse morto subito dopo il parto.

Per quanto concerne il secondogenito, nato nell’agosto 2024, le conclusioni medico-legali non lasciano spazio a interpretazioni: il bimbo è nato vivo. Secondo la relazione elaborata da Valentina Bugelli e dall’anatomopatologo Gaetano Bulfamante, il decesso è stato causato da un “shock emorragico” dovuto al taglio del cordone ombelicale senza un’adeguata costrizione delle vene ombelicali, rendendo l’atto di recisione del cordone fatale.

La situazione di Chiara Petrolini è resa ancora più complessa alla luce di questi riscontri, in quanto l’autorità giudiziaria ha sottolineato la lucidità e la spietatezza dei suoi atti. La casa di Traversetolo, che aveva ospitato il tragico seppellimento dei corpi, è stata dissequestrata, ma il caso continua ad alimentare dibattiti e discussioni.

La vicenda dei due neonati morti a Traversetolo evidenzia come la verità scientifica possa talvolta essere sfuggente nelle situazioni più drammatiche, rendendo cruciale il ruolo delle perizie medico-legali nel discernere la verità dei fatti.

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