La libreria specializzata in letteratura orientale, situata nel cuore di Montesacro, Roma, ha chiuso le sue porte dopo un decennio di attività. Giorgia, la titolare di Bookish, ha annunciato tramite i social che la decisione non è stata dettata da problematiche economiche, ma dal crescente impegno che la gestione di una libreria richiede, un impegno che ormai non riusciva più a sostenere. La notizia è stata accolta con grande dispiacere dai frequentatori abituali e dai residenti del quartiere, che hanno espresso il loro rammarico sul web, sottolineando quanto la libreria fosse diventata un punto di riferimento culturale e comunitario.

La chiusura di Bookish non significa però la fine dell’attività culturale costruita in questi anni. Giorgia ha rassicurato i clienti affezionati, spiegando che molte delle iniziative della libreria continueranno sotto nuove forme. Il gruppo di lettura “The Bookish Bookclub” proseguirà grazie a Carla Gambale, e la collezione di letteratura orientale verrà trasferita e ospitata presso un’altra libreria, Sinestetica, sempre nella capitale. Le pagine Facebook e Instagram di Bookish resteranno attive, offrendo consigli e aggiornamenti sulle nuove uscite editoriali. Inoltre, la libreria avrà una presenza nei “Japan Days” organizzati dal Mercatino Giapponese.

La chiusura di Bookish si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà che le librerie indipendenti stanno affrontando. Numerose altre attività hanno infatti cessato di esistere a Roma negli ultimi tempi, come la Anglo American Book di via della Vite, Pessime Idee al Fleming, e Odradek in via del Banchi Vecchi, tra le altre. Questa tendenza all’abbandono delle librerie rappresenta un preoccupante segnale di crisi per il settore, un problema riconosciuto anche da Guido Ciarla, presidente del Sil, Sindacato italiano librai di Roma e del Lazio della Confesercenti. Si stima che circa 450 librerie siano a rischio chiusura nella regione, mettendo in pericolo i posti di lavoro di circa 1.500 persone.

Nonostante la tristezza per la chiusura di Bookish, la speranza è che le attività culturali che proseguiranno, insieme alla tenacia e alla passione dei librai, possano mantenere viva la fiamma della letteratura, della cultura e della diversità nei cuori dei lettori romani. Giorgia ha sottolineato il suo apprezzamento per il sostegno ricevuto, ricordando che Bookish non è solo un luogo fisico, ma soprattutto una comunità vibrante che continuerà a esistere anche oltre le mura della sua libreria.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *