Nel 2014 ha inizio una complessa vicenda giudiziaria che vede come protagonista l’immobiliarista Stefano Ricucci, recentemente condannato a sei anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari dal tribunale di Roma. Insieme a lui, a subire la stessa pena, sono stati un ex consigliere di Stato, Nicola Russo, e un imprenditore, Liberato Lo Conte. L’inchiesta riguarda presunte utilità che Russo avrebbe ricevuto in cambio di una sentenza d’appello favorevole per la società Magiste Real Estate Property, di cui Ricucci era referente, contro l’Agenzia delle Entrate. In particolare, la contesa riguardava un credito Iva di 8,8 milioni di euro che la società vantava nei confronti dell’erario.

La corruzione, avvenuta tramite cene ed eventi pagati, avrebbe coinvolto Lo Conte per incentivare il giudice Russo, che possedeva il fascicolo, a emettere una sentenza favorevole a Ricucci. Per occultare le tracce di tali atti illeciti, l’immobiliarista avrebbe persuaso alcuni testimoni a deporre falsamente. Al termine delle indagini iniziate a luglio 2016 dalla Guardia di Finanza di Roma, emerse un accordo corruttivo tra Rossi e Ricucci riguardante il contenzioso tributario della Magiste. Alla base della corruzione vi sarebbero state “regalie e disposizioni economiche”, espresse anche tramite l’organizzazione di cene e serate in alberghi e locali notturni nella Capitale.

Dai documenti in possesso delle autorità risultano incontri al ristorante Valadier e aperitivi presso l’hotel De Russie, evidenziando la stretta relazione tra Russo e gli imprenditori, che si basava su amicizia e comuni interessi. Dunque, il giudice avrebbe dovuto astenersi dalla decisione per conflitto di interessi. Tuttavia, fece parte della commissione che rovesciò la sentenza originaria sfavorevole a Magiste, operando, secondo le accuse, per favorire gli imputati in cambio di benefici.

Questa vicenda dimostra l’intricata rete di legami tra esponenti del mondo giudiziario e imprenditoriale, dove il denaro e i favori sembrano prevalere sull’integrità e la giustizia. Le indagini proseguiranno per far luce su ulteriori irregolarità potenzialmente commesse e assicurare che i responsabili siano adeguatamente puniti.

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