Nel contesto delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, un nuovo tassello si aggiunge al quadro di connivenze che ha garantito supporto al boss mafioso Matteo Messina Denaro, anche in ambito sanitario. Si espande l’elenco dei medici sotto inchiesta per sospetto favoreggiamento nei confronti del capomafia, con l’iscrizione del nome di Antonino Pioppo, 69 anni, ex primario di oculistica degli ospedali Villa Sofia e Civico di Palermo.

La Procura della Repubblica di Palermo, condotta da Maurizio de Lucia, ha disposto perquisizioni presso gli uffici dei due ospedali e nello studio privato del medico. Gli investigatori, al lavoro fin dal giorno dell’arresto di Messina Denaro, stanno analizzando la rete di rapporti di collaborazione estesa che il boss aveva costituito. Le indagini hanno avuto origine dal ritrovamento di due ricette medicinali nel nascondiglio di Campobello di Mazara, entrambe firmate da Pioppo. Una era a nome di Andrea Bonafede, noto alias utilizzato dal latitante, mentre l’altra riportava un’identità differente.

L’obiettivo degli inquirenti è capire se l’oculista fosse consapevole della vera identità dell’individuo visitato tra il 2016 e il 2019 e se Messina Denaro avesse subito interventi chirurgici presso uno dei due nosocomi. Le investigazioni sulle collusioni sanitarie di cui il criminale ha beneficiato sono in corso da tempo. Queste verifiche hanno già portato all’iscrizione nel registro degli indagati per favoreggiamento di Francesco Bavetta, endoscopista, e Giacomo Urso, chirurgo, medici in servizio presso l’ospedale di Mazara del Vallo.

Buona parte dei sospetti ruotano attorno a un intervento chirurgico al colon di cui il boss fu protagonista nel 2020, eseguito in tempi eccezionalmente rapidi. Inoltre, per favoreggiamento, è stato trattenuto anche Alfondo Tumbarello, il dottore di base che ha rilasciato prescrizioni a nome di Andrea Bonafede, e Cosimo Leone, tecnico radiologo accusato di aver agevolato esami diagnostici e aiutato Messina Denaro fornendogli un telefono cellulare riservato durante il ricovero.

Per Leone, il tribunale del Riesame aveva deciso il rilascio limitandosi a contestare il favoreggiamento, ma la Suprema Corte ha accolto l’opposizione della Procura richiedendo un ulteriore esame che si è concluso con la decisione di incarcerarlo.

Attualmente, i carabinieri di Palermo stanno eseguendo perquisizioni negli ospedali Villa Sofia e Civico nell’ambito dell’inchiesta sulle coperture godute dal boss nel corso della sua latitanza trentennale, terminata il 23 settembre 2023 con la morte in carcere di Messina Denaro.

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