Nel suggestivo scenario di Ogliastro Marina, frazione di Castellabate nel Cilento, una tranquilla mattina del 16 dicembre, i carabinieri si sono diretti verso l’abitazione di Kai Dausel, situata a Ortodonico nel comune di Montecorice, per eseguire un ordine di fermo. L’uomo, di 62 anni, è sospettato dell’omicidio della propria compagna, Silvia Nowak, una donna tedesca di 53 anni il cui corpo è stato tragicamente trovato semicarbonizzato in un’area boschiva lo scorso 18 ottobre.
L’accusa che grava su Dausel è di omicidio aggravato e distruzione di cadavere. Le prime indagini faro sugli eventi lo hanno visto già sottoposto a un interrogatorio e trasferito in custodia cautelare, poiché la ricostruzione dei fatti sembra inchiodarlo. In effetti, il giorno del delitto, Silvia era l’ultima volta stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza nel tardo pomeriggio, mentre si dirigeva verso la piazza principale con una ciotola per cani e un guinzaglio in mano. Il suo compagno è stato visto solo più tardi, rivolgendosi a un ristoratore vicino alla loro abitazione per richiedere assistenza e, secondo quanto riferito, dichiarava di non avere notizie di Silvia.
Gli elementi raccolti dai Ris, che includono analisi sul cadavere e nei pressi dell’abitazione, hanno evidenziato diverse incongruenze nell’alibi fornito da Dausel. Lui e due testimoni avevano affermato che al momento del delitto stava dormendo su una sdraio nei pressi di una roulotte, poco distante dalla villetta, ma nessuna telecamera conferma queste affermazioni.
La versione ufficiale dell’accusa, come enunciata durante la conferenza stampa dalla Procura di Vallo della Lucania, vede Silvia Nowak uccisa con violenza all’interno della pineta adiacente alla loro residenza; il decesso sarebbe stato provocato da un colpo alla testa con un oggetto contundente, seguito da ferite da taglio. Dopo aver commesso l’omicidio, il corpo sarebbe stato bruciato, per poi simulare una scomparsa.
Ulteriori elementi a carico di Dausel emergono dal suo discutibile passato: è emerso infatti che l’uomo, inizialmente conosciuto come Uwe Altman prima di cambiare nome, ha un passato criminale che include furti, danneggiamenti e una sospetta frode informatica del 2014. Gli inquirenti pongono anche l’attenzione sulle condizioni finanziarie della vittima, già note per una certa disponibilità economica.
Mentre le indagini si intensificano, rimane da chiarire se ci fossero tensioni interne alla coppia, dato che le testimonianze non segnalano episodi esplosivi di violenza, sebbene il rapporto si fosse recentemente deteriorato. Anche il comportamento di Dausel è al vaglio delle autorità, che sospettano un tentativo deliberato di depistaggio, con una serie di azioni successive al delitto, tra cui una partecipazione a una fiaccolata in memoria di Silvia e un’apparizione pubblica con fiori e candele presso una panchina commemorativa.