Come emerso dalle intense attività investigative, una donna di 46 anni è stata arrestata per essersi spacciata per operatrice sanitaria e aver somministrato dosi pericolose di tranquillanti a diverse persone anziane. Tra il 2022 e il 2024, in provincia di Vicenza, si ipotizza abbia causato la morte di uno di loro e tentato l’omicidio di altri quattro. L’arresto di Paola Pettinà, proveniente da Sandrigo, conclude un’indagine complessa, durata nove mesi, che ha rivelato il tragico operato di colei che ora viene etichettata come un “angelo della morte”.

Il quadro inquietante è emerso a seguito di una denuncia nel 2024 da parte dei familiari di una vittima nel comune vicentino di Breganze. Le forze dell’ordine hanno individuato molteplici anziani assistiti dalla finta badante che, dopo le sue cure, hanno manifestato sintomi come torpore, stordimento e difficoltà di equilibrio. Questi non erano compatibili con le patologie preesistenti dei pazienti, ma piuttosto indicativi di avvelenamento da psicofarmaci.

L’accusata, che si faceva chiamare “Paolina” sui social media, vantava qualifiche sanitarie inesistenti e con tali premesse adescò le sue vittime. Dai successivi accertamenti è emerso che la Pettinà somministrava fino a 100 gocce di Xanax al giorno, diluendole in bevande come acqua e caffè, generando gravi condizioni di salute negli individui coinvolti.

Le indagini continuano per appurare i canali di approvvigionamento dei potenti psicofarmaci che la donna acquistava, e alcune farmacie locali sono già state controllate. Nella sua abitazione, le autorità hanno trovato notevoli quantità di questi farmaci che la donna ha dichiarato fossero per uso personale. Tuttavia, ulteriori accuse pesano sulla donna, tra cui lo spaccio di medicinali, rapina e autoriciclaggio.

L’incriminata è anche accusata di aver sottratto gioielli a una delle sue assistite dopo averla sedata pesantemente, accusandola ingannevolmente della loro scomparsa e raggirando i familiari. Successivamente, i gioielli sono stati rivenduti nei compro oro della zona per un ammontare di 3.000 euro, aggiungendo un’ulteriore accusa di autoriciclaggio al suo vasto repertorio criminale. Pettinà si trova attualmente in custodia presso il carcere di Montorio, con il pericolo di recidiva considerato elevato dalle autorità giudiziarie.

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