Nazarena Savino, giovane di 26 anni di Erchie, provincia di Brindisi, rappresenta un esempio di grande coraggio e tenacia. Nonostante viva con una disabilità di natura neurologica, Nazarena ha recentemente ottenuto la sua seconda laurea magistrale in Storia dell’Arte presso l’università UniSalento, culminando il percorso accademico con il massimo dei voti, 110 e lode. È già in possesso di una laurea triennale in Archeologia e Storia Greca.
La sua dedizione verso l’accessibilità e l’inclusione è stata riconosciuta anche con il conferimento del Premio Isabella dalle Giubbe Verdi. La sua tesi, sviluppata in collaborazione con Palazzo Barberini di Roma, esamina il delicato equilibrio tra l’arte e l’accessibilità, proponendo soluzioni avanguardistiche che fanno leva sulle nuove tecnologie. Nazarena si batte affinché tutti possano vivere e fruire del patrimonio culturale italiano, abbattendo le barriere architettoniche e culturali che limitano le persone con disabilità.
Coerente con questa visione, lancia un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinché l’Italia diventi un luogo in cui l’arte sia davvero accessibile a tutti. Nelle sue parole, traspare un forte desiderio di inclusione e un invito alle istituzioni a rendere la cultura un diritto per chiunque.
La giovane Savino attribuisce il suo successo al sostegno di sua madre Lea e della sorella Swami, che l’hanno aiutata a superare le difficoltà della lettura e della scrittura, fungendo da suoi occhi e mani. Anche la sua cerchia di veri amici e il corpo docenti del corso di Beni Culturali hanno contribuito in modo significativo al suo percorso.
Nazarena sottolinea sempre tre parole chiave, passione, perseveranza e studio, come base del suo impegno e del suo spirito. Queste parole, ci tiene a sottolineare, dovrebbero guidare i giovani affinché possano costruire un futuro migliore e più inclusivo.
A coloro che affrontano difficoltà simili, Nazarena offre un messaggio di speranza, ricordando che la disabilità non rappresenta un limite insuperabile, ma fa parte della varietà umana. L’augurio è che tutti possano divenire protagonisti di una società inclusiva e rispettosa della diversità.
Nella sua dedica finale, Nazarena rivolge un pensiero affettuoso alla sua famiglia e a tutte le persone che quotidianamente affrontano e superano ostacoli. A loro e a chi si sente emarginato o invisibile, offre un invito a non arrendersi mai, costruendo con resilienza e convinzione un futuro all’altezza delle proprie aspirazioni.