Nella vivace città di Bergamo, un tragico evento ha scosso la comunità: Mamadi Tunkara, un giovane di 36 anni di origini gambiane, è stato brutalmente assassinato. Il delitto, avvenuto per strada nel pieno centro cittadino, ha provocato sconcerto e dolore tra i residenti e sollevato interrogativi sulle dinamiche che hanno condotto a una fine così violenta.
Tunkara, impiegato nella sicurezza di un supermercato, è stato aggredito con estrema ferocia usando un coltello da cucina di grandi dimensioni. I testimoni, seppur scioccati, hanno raccontato l’accaduto come una scena da film dell’orrore. Alfio Sorti, titolare di un bar vicino, ha descritto il momento in cui la vittima è stata spinta contro una vetrina e colpita ripetutamente mentre cercava disperatamente di difendersi.
Le indagini si concentrano su una lite avvenuta giorni prima, il 31 dicembre, che potrebbe celare il movente dell’assassinio. La discussione tra Tunkara e il presunto aggressore si sarebbe svolta proprio nei pressi del supermercato in cui lavorava. Questa pista è al centro degli sforzi investigativi, che mirano a chiarire se il conflitto sia legato alla vita professionale o personale della vittima.
L’aggressore, un uomo dalla pelle scura descritto come alto circa un metro e ottanta, è riuscito a dileguarsi a piedi. Le autorità stanno esaminando i filmati delle telecamere di sorveglianza per raccogliere indizi utili alla sua identificazione. L’uomo sarebbe stato visto dirigersi verso il confine svizzero, suggerendo che gli investigatori siano ormai vicini a rintracciarlo.
La tragedia ha suscitato una profonda commozione nella comunità bergamasca. La sindaca Elena Carnevali ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia di Tunkara, sottolineando l’importanza della sicurezza e della convivenza civile per la città. Anche Carrefour Italia, società per cui Tunkara lavorava, ha manifestato il suo dolore per la perdita di un loro collaboratore.
Mentre proseguono le indagini per fare chiarezza sull’accaduto, il ricordo di Mamadi Tunkara resta vivo nella memoria di chi lo conosceva, come una persona onesta, dedita al lavoro e apprezzata dalla comunità.