L’indagine sull’omicidio di Maati Moubakir ha recentemente subito un’importante accelerazione. Il giovane di 17 anni è stato brutalmente ucciso a coltellate a Campi Bisenzio, nella provincia di Firenze, la mattina del 29 dicembre. Due ventenni, italiani di seconda generazione, sono ora sotto indagine e sono stati notificati con avvisi di garanzia; l’accusa è di omicidio volontario in concorso.
Le indagini condotte finora suggeriscono che Maati sia stato ferito mortalmente da cinque coltellate, compatibili con due armi da taglio distinte, che potrebbero includere lame affilate, spranghe aguzze o cocci di vetro. I due sospettati hanno attualmente designato avvocati d’ufficio per la loro difesa.
La procura ha incaricato un medico legale di effettuare l’autopsia sul corpo del giovane, la quale si terrà il 2 gennaio presso l’Istituto di Medicina legale di Firenze. Il corpo di Maati è stato trovato quella fatidica mattina da un camionista in via Tintori, dove l’adolescente è morto poco dopo essere stato attaccato mentre si trovava da solo, in attesa dell’autobus dopo una serata trascorsa forse nei pressi di una discoteca.
Gli investigatori credono che Maati possa aver avuto un alterco con i due ventenni che poi sarebbe degenerato in violenza mortale. Una telecamera di sicurezza ha registrato un gruppo di persone che fuggivano di corsa e le urla di uno di loro che intimava di correre. Queste immagini potrebbero fornire un aiuto cruciale per ricostruire gli eventi di quella tragica notte.
Diversi elementi raccolti sulla scena del crimine potrebbero rivelarsi utili per l’inchiesta, anche se le autorità mantengono per ora un’estrema riservatezza sulla natura di tali prove. Resta incerto se Maati fosse entrato effettivamente nella discoteca o se fosse rimasto all’esterno assieme ad amici. Le telecamere di sorveglianza posizionate nelle vicinanze potrebbero ulteriormente chiarire questi punti oscuri.
La morte di Maati ha sconvolto la comunità locale, che si è stretta intorno alla famiglia del ragazzo, nato nel 2007 a Poggibonsi da madre italiana e padre marocchino. Appassionato di calcio e conosciuto per il suo spirito vivace, Maati era un giovane stimato e benvoluto da chi lo conosceva. La sua scomparsa prematura ha lasciato un vuoto incolmabile in chi ha avuto la fortuna di condividere con lui momenti della vita quotidiana.
Ma che tristessa, povero giovane, non riesco a capire come si possa arrivare a tale violenza, a speriamo che trovino i colpevoli al più presto.