La vicenda che riguarda le famiglie dei defunti le cui salme sono state disperse nel crollo del cimitero monumentale di Poggioreale a Napoli continua a suscitare indignazione e disperazione. Questa mattina, al terzo anniversario del tragico evento, una protesta è stata inscenata proprio nel luogo del crollo dalle famiglie coinvolte. Pina Caccavale, presidente del «Comitato 5 gennaio 2022», guida la lotta di queste famiglie e condivide il suo vissuto. “Trovarsi con ossa umane tra le mani è stato un colpo emozionale devastante”, racconta con voce ferma e preoccupata.

Il crollo avvenuto il 5 gennaio 2022 delle strutture delle congreghe San Gioacchino e Dottori Bianchi ha lasciato una ferita aperta e visibile nel cuore di Napoli e delle famiglie colpite. Le promesse di recupero dei resti fatte dalle autorità municipali e altri enti non sono state mantenute, lasciando i resti dei defunti sparsi in un’area del cimitero che appare ancora un miscuglio di macerie e rifiuti.

Nel corso della protesta odierna, i familiari hanno deciso di agire da soli, senza aspettare ulteriori interventi dalle autorità. Armati solo delle loro mani e, in qualche caso, di strumenti semplici come pale, hanno iniziato a scavare. Questo gesto simbolico e disperato è stato dettato dalla frustrazione per il protrarsi del silenzio istituzionale sulla questione e il dolore di trovare ossa di cari mescolate a detriti e lapidi rotte.

La Caccavale sottolinea come questo gesto di protesta non sia stato accolto dalle istituzioni con l’apprensione che merita. Nonostante gli avvisi, al cimitero non si è presentato nessuno delle istituzioni cittadine per ascoltare le loro istanze o assistere al recupero. “È intollerabile”, dichiara, riferendosi al continuo rimpallo di responsabilità tra Comune, Metropolitana e Curia.

I resti recuperati sono stati avvolti in un telo e collocati con gli altri, nell’attesa di una degna sistemazione. Tuttavia, le salme recuperate in passato giacciono ancora in una tensostruttura in condizioni igienico-sanitarie precarie, mentre le operazioni di recupero sono state sospese dal marzo 2024 a causa della mancanza di fondi da parte della Metropolitana.

Le famiglie chiedono giustizia e dignità per i resti dei loro cari, e auspicano un intervento immediato delle istituzioni per risolvere una situazione che sta ledendo non solo il loro dolore personale, ma anche quello di un’intera comunità. La battaglia continua con l’impegno di rompere il silenzio e ridare dignità a quegli angeli smarriti fra le macerie. Le istituzioni devono ora prendere in carico una responsabilità tanto morale quanto materiale.

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