Nel contesto attuale della qualità dell’aria nella città di Torino, emerge un quadro preoccupante secondo l’analisi effettuata dal comitato Torino Respira. Nonostante i tentativi di miglioramento, il progresso sembra essersi arrestato, portando l’attenzione sull’urgenza di andare al di là dei limiti di legge attualmente vigenti. A seguito di un recente studio sui dati forniti dalle stazioni Arpa per il 2024, risulta evidente che l’attuazione dei nuovi standard raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dalla direttiva europea approvata nell’ottobre 2024, che entrerà in vigore nel 2030, sembra ancora lontana.

Secondo il comitato, la qualità dell’aria di Torino continuerà a non rispettare le normative per parecchi anni. Questo è emerso soprattutto dai valori rilevati in piazza Rebaudengo, dove le concentrazioni di biossido di azoto sono risultate sopra i livelli suggeriti dall’Oms per ben il 90% del tempo, superando anche le stagioni fredde tradizionalmente più a rischio.

Roberto Mezzalama, presidente del comitato Torino Respira, ha sottolineato l’importanza di interventi rapidi e specifici per affrontare il problema dell’inquinamento, evidenziando che il Piano regionale appena approvato non è sufficiente per soddisfare i nuovi parametri europei entro il 2030. L’invito è rivolto soprattutto al Comune di Torino affinché si impegni concretamente nel ridurre la densità del traffico e nel migliorare il trasporto pubblico.

L’analisi di Torino Respira si è focalizzata principalmente su tre inquinanti: Pm10, Pm2,5 e biossido di azoto. Per quanto riguarda il Pm10, la direttiva europea fissa un nuovo limite giornaliero di 45 µg/m³, da non superare per più di 18 giorni, mentre le stazioni hanno rilevato superamenti in tutte le aree monitorate, con un massimo di 66 giorni registrato a Lingotto. Il Pm2,5 subisce una riduzione significativa del limite medio annuale da 25 a 10 µg/m³, con un nuovo tetto medio giornaliero di 25 µg/m³. Tuttavia, i dati rivelano che i valori medi annui a Torino sono circa il doppio rispetto ai nuovi limiti, con il numero di giorni eccedenti stabiliti a 89 a Lingotto, 87 a Rebaudengo e 75 a Rubino.

Infine, per il biossido di azoto, la direttiva abbassa il limite medio annuale a 20 µg/m³ e introduce un limite giornaliero di 50 µg/m³, che non deve essere oltrepassato per più di 18 giorni. I valori medi registrati nelle diverse stazioni cittadine risultano doppi rispetto ai nuovi standard imposti.

Queste considerazioni portano alla luce quanto sia necessario un intervento deciso e puntuale da parte delle amministrazioni locali per affrontare efficacemente la questione ambientale, tutelando così la salute dei cittadini torinesi.

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