Nel contesto ospedaliero britannico, un’iniziativa rivoluzionaria prende forma grazie al tragico caso di Martha Mills, una ragazzina di 13 anni che perse la vita a causa di un grave errore medico. Martha cadde dalla bicicletta mentre era in vacanza con la famiglia, un incidente che inizialmente sembrava banale, con solo qualche escoriazione alle ginocchia. In realtà, il manubrio le aveva leso il pancreas, conducendola alla morte per sepsi presso il King’s College Hospital di Londra. Un’inchiesta successiva ha stabilito che la tragedia avrebbe potuto essere evitata se i medici avessero prestato attenzione alle ansie dei genitori, sottovalutate e sminuite.

Da questa dolorosa esperienza, è scaturita la “regola di Martha”, un numero di telefono che permette di chiedere una seconda opinione medica. Un sistema che, nel caso di Martha, avrebbe potuto evitarne la morte. A seguito di un’intensa campagna di sensibilizzazione di due anni, questa iniziativa ha preso il via in via sperimentale in 143 ospedali del Regno Unito, nei mesi di settembre e ottobre. Tra le 573 chiamate pervenute, la metà ha richiesto una revisione urgente, con conseguenze significative in termini di cura: 57 pazienti hanno ricevuto trattamenti diversi e per 14 di loro è stato necessario il trasferimento in terapia intensiva.

La madre di Martha, Merope Mills, ha sottolineato che la capacità di intraprendere un’azione concreta potrebbe ridare speranza ai familiari in situazioni analoghe. Lei e il marito si erano infatti sentiti impotenti, poiché spesso rassicurati dai medici a fidarsi del loro giudizio. Niracconta che il trasferimento di Martha al Great Ormond Street Hospital è avvenuto troppo tardi, momento in cui non c’era più possibilità d’intervento. La “Martha’s Rule” dona oggi una voce a quei genitori definiti troppo ansiosi e permette di evitare che una simile tragedia si ripeta.

Secondo Sir Stephen Powis, direttore medico del sistema sanitario nazionale britannico, l’introduzione di questo strumento rappresenta uno dei cambiamenti più significativi nella cura dei pazienti degli ultimi anni, già evidenziato dal suo impatto molto positivo durante la fase iniziale. Questo progetto sperimentale ha inaugurato una nuova era, promuovendo un dialogo tra medici e familiari e incrementando la fiducia nelle strutture sanitarie. L’obiettivo è offrire alle famiglie l’opportunità di essere parte attiva nel percorso di cura dei loro cari, salvaguardando così vite che, come quella di Martha, non devono più essere lasciate al caso o, peggio, all’indifferenza.

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