La vicenda di Daniela Ruggi, la trentunenne residente a Montefiorino, nell’Appennino modenese, continua a destare grande preoccupazione e sconcerto. Dallo scorso 18 settembre, giorno in cui è stata vista l’ultima volta mentre lasciava l’ospedale di Sassuolo dove si era recata per un’infezione, di lei non ci sono state più notizie. Il sindaco del paese, Maurizio Paladini, ha formalizzato la denuncia di scomparsa solo il 3 ottobre, esattamente due settimane dopo la sua scomparsa. A metà ottobre, la procura di Modena ha cominciato un’indagine sulla base dell’ipotesi di sequestro di persona, avviando una serie di ricerche che, fino a questo momento, non hanno ancora prodotto risultati concreti.

Un nuovo sviluppo nelle indagini è emerso quando Domenico Lanza, un ex autista di autobus conosciuto nella comunità come lo “sceriffo” per il suo abbigliamento da cowboy, è stato arrestato per possesso illegale di armi. La sua cattura è avvenuta dopo una trasmissione televisiva durante la quale aveva mostrato, in diretta, alcuni indumenti intimi appartenenti alla Ruggi, sostenendo di averli lavati e di non essere riuscito a restituirli. I carabinieri, perquisendo la casa di Lanza a Polinago, hanno trovato quattro armi: una pistola, un antico fucile “spingarda”, un lanciarazzi con segnalatore non etichettato e una pistola a salve, tutte detenute illegalmente poiché l’uomo non disponeva di una regolare licenza da tempo.

Daniela Ruggi, che viveva da sola nella frazione di Vitriola, non disponeva di un’auto e quindi appare improbabile che si sia allontanata da sola. Dal giorno della sua sparizione, il suo cellulare risulta spento. La propria madre, che vive a Castelvecchio di Prignano insieme agli altri suoi figli, non aveva mai segnalato la scomparsa della figlia, che si presentava come una persona con fragilità psicologiche e problemi cognitivi mai ufficialmente diagnosticati, difficilmente in contatto con la famiglia.

Sabato mattina avrà luogo l’udienza di convalida del fermo di Lanza, e gli inquirenti confidano di ottenere informazioni utili alle indagini dalla sua testimonianza. Nel frattempo, il primo cittadino Paladini, ha rivolto un appello alla comunità esortando a collaborare attivamente con le autorità, evitando speculazioni e rispettando il valore e i sentimenti delle persone coinvolte nella triste vicenda.

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