In Puglia si è consumato il terzo delitto nell’arco di pochi giorni. Nella città di Lecce, un 43enne, Giuseppe De Giosa, conosciuto dalle forze dell’ordine, è stato ucciso all’interno di una Fiat Panda in via Papini. La vittima è stata attinta da almeno tre proiettili, tra cui uno al volto, sparati da un kalashnikov. Sul luogo del delitto, avvenuto in pieno pomeriggio in un’area popolata come il quartiere Santa Rosa, sono giunte immediatamente le forze dell’ordine allertate dai residenti che hanno udito gli spari.

All’interno del veicolo è stato rinvenuto un carico di sette chili di hashish, circostanza che suggerisce un possibile regolamento di conti nel contesto del traffico di droga. Non si esclude che De Giosa possa aver attraversato i confini di un territorio controllato da gruppi rivali, innescando così la reazione violenta. Sul luogo del crimine sono intervenuti i carabinieri, la polizia, il pubblico ministero Alberto Santacatterina e il procuratore della direzione distrettuale antimafia Guglielmo Cataldi. I primi accertamenti sul corpo sono stati condotti dal medico legale Alberto Tortorella. L’indagine è attualmente nelle mani della squadra mobile della polizia di Lecce.

Questo ennesimo episodio di violenza ha rapidamente suscitato l’indignazione del mondo politico. Il parlamentare leccese del Partito Democratico, Claudio Stefanazzi, ha espresso preoccupazione affermando: «Un omicidio in un’area così densamente abitata richiama alla memoria un passato che pensavamo ormai distante. È impellente che l’episodio spinga il ministro Piantedosi a prendere provvedimenti seri su questa pericolosa escalation di violenza», facendo riferimento alle sue precedenti interrogazioni parlamentari rimaste senza risposta.

L’incidente mette in luce un contesto critico di sicurezza che richiede un’attenta valutazione e interventi decisi da parte delle autorità competenti. La popolazione attende risposte concrete per arginare questa ondata di criminalità.

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