Un medico inglese di 53 anni ha orchestrato un piano meticoloso per cercare di uccidere il compagno della sua defunta madre, il 71enne Patrick O’Hara, iniettandogli una tossina devastante. Il crimine, segnato da vendetta e avidità, ha colpito la comunità britannica per la sua crudele elaborazione e per i gravi danni che ha causato alla vittima. L’accusato, dopo aver ammesso la propria colpevolezza, attende ora la sentenza definitiva, prevista per il 17 ottobre.

Il movente dietro questo tentato omicidio era legato a una disputa sull’eredità. La madre del 53enne, ormai deceduta, aveva lasciato in eredità la casa in cui viveva a Newcastle a O’Hara, specificando che la proprietà sarebbe passata ai figli solo dopo la morte del suo compagno. Questa clausola nel testamento ha alimentato il risentimento del medico, spingendolo a compiere un atto estremo per accelerare il passaggio dell’immobile nelle sue mani. Una vendetta tanto crudele quanto ben pianificata.

Il primo passo del suo piano è stato inviare una falsa comunicazione del sistema sanitario nazionale a O’Hara. In questa lettera, la vittima veniva invitata a ricevere una dose di richiamo del vaccino anti-Covid, con la promessa che un infermiere sarebbe venuto a casa sua per somministrare l’iniezione. La trappola era pronta.

Il giorno dell’appuntamento, il 53enne si è recato a Newcastle. Prima di farlo, ha pensato a ogni dettaglio: ha modificato la targa della sua auto e prenotato una camera d’hotel per evitare di lasciare tracce. Poi si è presentato a casa di O’Hara completamente travestito. Con parrucca, occhiali, barba e baffi, si era reso irriconoscibile, assumendo l’aspetto di un infermiere anonimo e ingannando così la sua vittima.

Ma invece di somministrare il vaccino, l’uomo ha iniettato a O’Hara una tossina letale in grado di provocare la necrosi dei tessuti, una terribile infezione “carnivora” che distrugge la carne viva. Subito dopo l’iniezione, il 71enne ha avvertito un dolore insopportabile e ha chiamato un’ambulanza. Ricoverato in ospedale, i medici hanno diagnosticato una fascite necrotizzante e, per salvargli la vita, hanno dovuto asportare parte del braccio, devastato dall’infezione. Nonostante gli sforzi, O’Hara ha subito danni permanenti e irreversibili.

La polizia, nel corso della perquisizione dell’appartamento del medico, ha scoperto un inquietante arsenale di sostanze tossiche, insieme a libri e manuali sulla preparazione di veleni. Era chiaro che l’uomo aveva studiato attentamente come compiere il suo crimine e, nel caso il piano iniziale non avesse funzionato, aveva preparato anche un’alternativa. Aveva inviato a O’Hara una seconda lettera, fingendo che provenisse da un’organizzazione benefica che distribuiva pasti gratuiti, con l’intenzione di avvelenarlo in un secondo momento.

Il procuratore Peter Makepeace ha definito il piano “audace e più strano di un film”, sottolineando l’incredibile freddezza con cui è stato concepito e portato avanti. L’uomo si è dichiarato colpevole del tentato omicidio e ora aspetta la condanna, che, secondo i pubblici ministeri, sarà estremamente severa.

Questo caso ha scioccato l’opinione pubblica per la sua brutalità e per la determinazione con cui il medico ha cercato di eliminare il compagno della madre, mostrando come l’avidità e il desiderio di ottenere l’eredità possano portare a gesti estremamente violenti e crudeli.

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