33 giorni. Tanto è durato il pontificato di Albino Luciani, il Papa del sorriso, prima che un’improvvisa morte lo conducesse al sonno eterno. Il 26 agosto 1978, il conclave lo consacra come Giovanni Paolo I, un pontefice che, da Venezia, arriva a sorpresa a Roma, pronto a guidare una Chiesa bisognosa di riforme. Ma il suo sogno pastorale si interrompe il 29 settembre dello stesso anno, lasciando dietro di sé interrogativi e teorie che ancora oggi non trovano risposta.
Una morte improvvisa e piena di ombre
Alle 8 del mattino del 29 settembre 1978, la notizia si diffonde: Papa Luciani è morto. Il comunicato ufficiale del Vaticano riporta che è stato trovato nel suo letto dal segretario personale, con la luce accesa, come se stesse leggendo. La causa del decesso? Un infarto acuto del miocardio. Tuttavia, i dettagli emersi successivamente mettono in discussione questa versione.
La scoperta del corpo, in realtà, sarebbe avvenuta alle 4:30 del mattino, ad opera di una suora, non del segretario. Secondo i tecnici chiamati per il trattamento del corpo, il Papa era ancora tiepido, contraddicendo l’orario indicato nel comunicato ufficiale. Inoltre, non venne mai eseguita un’autopsia, o quantomeno non fu resa pubblica, alimentando ulteriormente i sospetti.
Tra ipotesi e silenzi
Le teorie sulla morte di Giovanni Paolo I sono molteplici. Il giornalista David Yallop, nel libro In nome di Dio, ipotizzò un avvelenamento con digitalina, una sostanza letale che non lascia tracce. Altri, come il teologo Giovanni Gennari, parlarono di un errore nella somministrazione dei medicinali da parte del Papa stesso, una tesi che resta indimostrabile.
Alcuni scrittori, come John Cornwell in Un ladro nella notte, hanno sostenuto che la morte fu naturale, ma frutto dello stress e delle pressioni imposte dalla Curia. Cornwell rivelò anche che la veste del Papa era strappata, segno di una possibile caduta prima del decesso, un dettaglio che contraddice ulteriormente la versione ufficiale.
Un Papa scomodo
Albino Luciani non era un pontefice comune. La sua visione della Chiesa era quella di un’istituzione trasparente, umile e vicina ai più deboli. Voleva riformare lo IOR, la banca vaticana, e chiedeva le dimissioni di Marcinkus, figura chiave nelle operazioni finanziarie dell’epoca. Il suo pontificato si inseriva in un periodo segnato da scandali come quello del Banco Ambrosiano, con personaggi controversi come Roberto Calvi, Michele Sindona e Licio Gelli.
Anche dal punto di vista dottrinale, Luciani rappresentava una voce innovativa. Definì Dio come “padre e madre”, una visione che per alcuni prelati appariva eretica. Era aperto al dialogo su temi delicati, come l’uso della pillola anticoncezionale, e desiderava rivalutare il ruolo delle donne nella Chiesa.
Un enigma irrisolto
La morte di Giovanni Paolo I continua a suscitare interrogativi. Fu davvero un infarto, o si trattò di un omicidio premeditato? Le riforme che stava per introdurre lo resero un bersaglio? La mancanza di un’autopsia e il silenzio imposto dalla Santa Sede rendono impossibile avere certezze.
Ciò che resta, al di là delle ipotesi, è l’immagine di un uomo semplice, sorridente e determinato a cambiare il volto della Chiesa. Come disse lo stesso Luciani, “Dio è papà, più ancora è madre.” Forse proprio questa visione, troppo avanti per il suo tempo, lo rese un Papa scomodo e, tragicamente, effimero.