Dopo le recenti agitazioni avvenute a Torino, Roma e Bologna, Yehia Elgaml, un cittadino egiziano di 61 anni residente a Milano, ha lanciato un appello alla calma e alla giustizia. Yehia è il padre di Ramy, il giovane di 19 anni tragicamente scomparso il 24 novembre in seguito a un inseguimento con i carabinieri. Dalla loro casa nel quartiere Corvetto, Yehia si è rivolto direttamente ai manifestanti, chiedendo una ricerca della verità che sia pacifica e priva di violenze.

La richiesta di Yehia è chiara: continuare a chiedere giustizia per Ramy, ma farlo senza creare disordini o danneggiare la comunità. Sottolinea l’importanza delle manifestazioni pacifiche e la necessità di unirsi senza alimentare odio o divisioni. Yehia esprime fiducia nelle istituzioni italiane e ribadisce il suo rispetto per il presidente Sergio Mattarella, considerato un punto di riferimento per tutti, italiani e immigrati.

Gli scontri avvenuti nelle diverse città italiane hanno lasciato Yehia e la sua famiglia profondamente turbati, poiché ritengono ingiusto che il nome di Ramy venga strumentalizzato per atti di violenza. Pur riconoscendo che esistano delle problematiche all’interno delle forze dell’ordine, Yehia sottolinea la sua fiducia nei carabinieri e nelle autorità italiane. Chiede quindi che le iniziative in memoria di Ramy si svolgano nel rispetto della legge e della convivenza civile.

Il consiglio del figlio Tarek, che ha anch’egli esortato i partecipanti a evitare disordini, è stato accolto positivamente dalla famiglia. L’approccio pacifico adottato durante una recente manifestazione a Milano ha dimostrato come sia possibile ricordare Ramy senza cadere nella violenza.

Yehia Elgaml e la sua famiglia si oppongono fermamente ai gesti di vandalismo e ribadiscono l’importanza di ricercare la verità senza generare caos. Vorrebbero che il ricordo di Ramy fosse un simbolo di unità e non di conflitto. Yehia descrive Ramy come un giovane vivace e amato, la cui memoria non dovrebbe essere utilizzata per scopi politici o altri obiettivi che non siano il desiderio di ottenere giustizia.

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