L’incubo ha avuto inizio quel fatidico 21 gennaio 2023, quando le vite di sei famiglie sono state devastate da un evento assurdo e tragico. Un gesto di incoscienza ha spedito un giovane studente di medicina, Mauro Glorioso, in ospedale con ferite gravissime a causa di una bicicletta lanciata dai Murazzi di Torino. Fra le persone coinvolte in questo dramma c’è anche Sara Cherici, una giovane che oggi si trova a dover affrontare una severa condanna a sedici anni.
Nel piccolo alloggio popolare nella periferia torinese, c’è un clima di dolore e incredulità. Tiziana, la madre di Sara, non riesce a capacitarsi di quanto successo e si autoaccusa di non essere stata una buona madre, di non aver saputo trasmettere i giusti valori alla figlia. Afferma che avrebbe preferito sentirsi dire qualsiasi altra verità da Sara, fosse anche una gravidanza inattesa o un problema di droga, piuttosto che scoprire il coinvolgimento nell’accaduto.
La giovane Sara, chiusa nella sua stanza, soffre in silenzio. Da due anni vive agli arresti domiciliari, indossando un braccialetto elettronico, e ogni sua giornata è intrisa di apatia e rimorsi. Nonostante le tensioni interne alla famiglia e le accuse del quartiere, che le addita come infami e assassini, la madre di Sara non smette di starle vicina, determinata a supportarla passo dopo passo nel difficile cammino che la attende.
Tiziana, con le lacrime agli occhi, ha visto la propria vita capovolgersi. La sentenza è arrivata come un colpo devastante, e l’angoscia per un destino così crudo e ingiusto si fa sentire ogni giorno. Vorrebbe che il suo dolore potesse alleviare quello del giovane Mauro, il quale dovrà ricostruire non solo il corpo, ma anche il futuro che gli è stato strappato da una tragedia insensata.
La speranza è riposta nei futuri giudizi, in un sistema che possa vedere oltre quanto accaduto e riconoscere le vere responsabilità. Tuttavia, la strada verso la giustizia è lunga e piena di incertezze, mentre il dolore continua a tenere in ostaggio le vite di chi è coinvolto. Di fronte a una pena che appare sproporzionata, la speranza di Tiziana e della sua famiglia è che la verità emerga, e che Sara possa un giorno guardare avanti con serenità, sapendo di non essere sola.