Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, insieme alla madre della giornalista Elisabetta Vernoni, ha sfidato apertamente il regime iraniano e ha trionfato. Due donne di fronte all’Iran, in difesa di un’altra giovane donna, simile a milioni di ragazze e donne iraniane maltrattate e oppresse da un regime che, sotto il pretesto della religione, le priva di ogni libertà. Un regime che utilizza una polizia morale per sorvegliarle, perseguitarle, imprigionarle e torturarle.

Il libro di Barbara Stefanelli, “Love harder”, rappresenta una lettura significativa non solo per comprendere la brutalità di questa dittatura, ma per ammirare il coraggio straordinario di quelle donne che lottano contro un sistema spietato. Elisabetta Vernoni e Giorgia Meloni sono le eroine che hanno osato sfidare Teheran. Per una volta, sono state in grado di agire senza le solite divisioni politiche che spesso accompagnano tali impegni, a causa di calcoli elettorali.

Quando le due si sono comunicato per telefono e successivamente incontrate, Cecilia Sala si trovava in una cella di punizione, privata persino degli occhiali, costretta a dormire sul pavimento. L’accusa, vagamente formulata, era di aver violato la legge islamica, una condizione che non garantiva il rispetto dell’habeas corpus, il principio che prevede l’inviolabilità personale e il diritto di conoscere le cause dell’arresto. In un momento di disperazione, la madre chiese di un cuscino pulito, ma Cecilia rispose negativamente.

Le trattative per la liberazione di Cecilia sono state complesse e hanno coinvolto agenti segreti, negoziati segreti e un’operazione di scambio differito. La liberazione della giornalista ha segnato la fine di un incubo, celebrata con l’abbraccio al suo fidanzato al ritorno in patria. L’intervento di Giorgia Meloni è stato decisivo, tanto che si è spinta fino a incontrare Donald Trump negli Stati Uniti, dimostrando una determinazione senza precedenti.

Meloni ha sfidato le convenzioni diplomatiche, e il suo intervento è stato descritto dal New York Times come una pressione aggressiva sul caso di Cecilia Sala. Il suo impegno ha persino comportato il dover ascoltare filmati sulla controversa elezione americana che, secondo alcuni, avrebbe privato Trump della vittoria.

Le trattative con l’Iran erano inevitabili per ottenere la libertà di Cecilia, ma l’intera vicenda ha rivelato la fragilità di un regime che fonda la sua esistenza sulla repressione. Questa esperienza ha contribuito a svelare al mondo l’inganno su cui si basa il potere iraniano, offrendo nuova speranza e attenzione globale alla lotta delle donne iraniane per la loro emancipazione.

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