La Procura di Perugia ha avviato un’indagine a seguito dell’esposto del Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza (Dis) riguardante la fuga di notizie relative a Gaetano Caputi, capo di gabinetto della premier Giorgia Meloni. Questo provvedimento si è reso necessario per accertare l’eventuale violazione della riservatezza, poiché alcune informazioni erano state divulgate da giornalisti dopo essere state allegate agli atti di indagini preliminari riguardanti proprio i cronisti.
L’intervento della Procura perugina è giustificato dalla sua competenza ad esaminare reati che coinvolgano magistrati operativi nella capitale. L’indagine è stata aperta dopo che Gaetano Caputi ha denunciato l’accesso non autorizzato di agenti dell’Aisi alla banca dati “Punto Fisco”. In seguito a tale denuncia, il documento riservato, firmato da Bruno Valensise, direttore dell’Aisi, è stato trasmesso alle autorità.
La querelle ha introdotto una nuova tensione nel già delicato rapporto tra il mondo politico e la magistratura, un aspetto ulteriormente esacerbato dal rientro in patria di Almasri, il generale libico. La magistratura romana, sotto la guida di Lo Voi, ha trasmesso la questione al tribunale dei ministri, coinvolgendo direttamente la premier Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi nell’ambito delle indagini in corso.
Parallelamente, il Csm è stato invitato ad aprire una pratica a tutela del procuratore capo di Roma, a seguito delle critiche manifestate pubblicamente dalla premier Meloni in reazione all’avvio delle indagini. Queste tensioni evidenziano un conflitto tra i poteri dello Stato, alimentato da complesse dinamiche politiche e giudiziarie che sono emerse nel contesto delle recenti azioni investigative.