Il nuovo impianto di risalita San Cipriano-Malga Frommer, situato in provincia di Bolzano, è diventato il fulcro di accese controversie ambientali. Gli ambientalisti si sono opposti con forza a un progetto che ha richiesto un investimento di 15 milioni di euro, degli quali 11.321.250 sono stati finanziati dai fondi pubblici. Tuttavia, molti si chiedono se sia stato giusto spendere una somma così ingente per un’opera che, secondo i critici, deturpa il paesaggio naturale delle Dolomiti quando esisteva già una strada che conduceva al parcheggio di Malga Frommer.
Karlheinz Dejori, noto ambientalista e guida alpina, ha esposto una proposta provocatoria: chiedere uno sconto del 75% sui biglietti delle funivie sudtirolesi, poiché il 75% del costo delle infrastrutture è finanziato con i soldi pubblici. Questa richiesta sottolinea il modo in cui i fondi pubblici sono utilizzati per supportare iniziative private, ipotizzando una reazione ben diversa se gli stessi benefici venissero concessi ad altre regioni italiane.
La struttura, che collega San Cipriano (una piccola frazione di Tires) a Malga Frommer, è caratterizzata da imponenti piloni d’acciaio ed è pubblicizzata come un’attrazione turistica grazie alla possibilità di ammirare il panorama dal tetto delle cabine “cabrio”. Tuttavia, le perplessità sulla sua utilità persistono, soprattutto considerando che il luogo era già raggiungibile in auto in poco tempo.
Dal punto di vista turistico, i sostenitori del progetto, come Martin Damian, presidente delle Funivie Tires Spa e assessore comunale, vedono la funivia come un’opportunità di rilancio per la regione, soprattutto in inverno, quando il turismo tradizionalmente cala sensibilmente. Non a caso, il lussuoso hotel Cyprianerhof promuove la nuova infrastruttura come un mezzo privilegiato per i suoi ospiti di raggiungere l’area sciistica di Carezza-Karersee.
L’impianto ha però sollevato dubbi anche per la sua conduzione e costruzione. Infatti, inizialmente avviato senza le necessarie certificazioni di agibilità, si è trovato al centro di polemiche che hanno coinvolto anche le autorità locali. La fiducia riposta nelle coperture politiche ha indotto i costruttori a realizzare volumi di cemento eccedenti le autorizzazioni iniziali, un chiaro sopruso che altrove avrebbe suscitato interventi drastici.
Oltre alle tensioni ambientali e amministrative, non manca l’aspetto economico: la giunta sudtirolese ha stanziato risorse considerevoli per più di un progetto di funivia. Complessivamente, 103 milioni di euro sono stati assegnati, cifra che include anche i finanziamenti per la Plose Ski, ginnicata tra i sostenitori finanziari della Südtiroler Volkspartei.
Questo contesto, che unisce investimenti pubblici ingenti a scelte che gli ambientalisti giudicano discutibili data l’emergenza climatica, solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine delle stazioni sciistiche alle altitudini più basse. Le preoccupazioni riguardano anche la gestione dell’acqua per la neve artificiale e le trasformazioni urbanistiche di antichi rifugi in moderne costruzioni. Ma queste sono solo alcune delle problematiche sollevate, rinviando ad ulteriori discussioni in merito.