Nella quiete dell’alba del 21 aprile, Sergio Alfieri, primario di chirurgia oncologica addominale presso il policlinico Gemelli e medico personale del Pontefice, è stato testimone degli ultimi momenti di Papa Francesco. Tra le memorie di un rapporto fondato su stima e affetto, Alfieri rivela come nel corso di una conversazione a gennaio, il Papa avesse sottolineato l’importanza di occuparsi degli embrioni abbandonati, dichiarando: “Sono vita, non possiamo permettere che vengano utilizzati per sperimentazioni o dispersi. Questo sarebbe omicidio”.
Nonostante fossero stati avviati contatti con il Ministero della Salute per esplorare l’opzione dell’adozione, il tempo non è stato sufficiente affinché Papa Francesco potesse attuare la sua decisione. Ora, Alfieri si impegna a realizzare questo desiderio, qualora le circostanze lo permettano.
Il legame tra il chirurgo e il Pontefice si era consolidato dal 2021, quando Alfieri aveva curato il Papa per un intervento all’addome. Ricorda la recente visita pre-pasquale, quando Francesco si mostrava in buone condizioni, desideroso di tornare al lavoro, parte essenziale della sua terapia. Alfieri aveva prescritto sessanta giorni di convalescenza, ma il Papa non si era mai sottratto al dovere, sentendo l’urgenza di realizzare diversi progetti prima di andarsene.
Lunedì mattina, Alfieri ha ricevuto una chiamata da Massimiliano Strappetti, il personale assistente sanitario del Papa, che lo informava del repentino peggioramento delle condizioni di Francesco. Giunto a Santa Marta, Alfieri ha constatato che non c’era più nulla da fare: il Papa era in coma e trasferirlo in ospedale sarebbe stato inutile. Papa Francesco aveva sempre espresso il desiderio di morire a casa e poco dopo spirava, circondato dai suoi cari e dal personale.
La relazione tra Alfieri e Francesco ebbe inizio nel 2018, con un primo incontro emozionante, e si consolidò due anni dopo con il ricovero per una grave malattia diverticolare. Nonostante l’accurata segretezza imposta dal Papa per l’intervento chirurgico, Alfieri ha potuto vivere momenti di grande intensità, come ricevere la benedizione delle mani da parte del Pontefice prima dell’operazione, un gesto che risultò essere di grande significato.
Nei mesi successivi, Alfieri si è trovato a fianco di Francesco anche in altre importanti questioni, come l’impegno personale del Papa per preservare la natura cattolica dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma, minacciato dalla vendita.
In futuro, Alfieri intende onorare la memoria del Pontefice impegnandosi per gli embrioni abbandonati, in collaborazione con il Ministero della Salute e, possibilmente, il Vaticano. Ricorda con affetto l’eredità di Francesco, sottolineando il suo desiderio di continuare a servire fino all’ultimo istante.