La dolorosa vicenda vissuta da Gioacchino Cappelli, figlio degli attori Lucia Sardo e Marcello Cappelli, è un esempio tangibile di come la crescente pressione sociale possa portare i giovani ad isolarsi dal mondo. Dalla tenera età di 17 anni, Gioacchino ha cominciato a rifugiarsi volontariamente tra le mura domestiche, allontanandosi sempre più dalla società che percepiva come alienante. Questo fenomeno, noto come hikikomori, ha avuto origine in Giappone e sta rapidamente diffondendosi anche in Italia, influenzando giovani di età compresa tra i 14 e i 30 anni.

La madre, Lucia Sardo, ha descritto le difficoltà incontrate lungo il percorso per comprendere il malessere del figlio. Inizialmente, si era resa conto della gravità della situazione solo quando Gioacchino era stato bocciato a scuola, nonostante le ottime capacità intellettive. Trascorreva le notti immerso nei videogiochi, trasformando il giorno in un momento di riposo. Le sue assenze dalla vita sociale erano interpretate da molti come semplice indolenza, ma il cuore materno sentiva che la realtà era ben diversa.

La psicologa Elina Valenti, dell’Associazione Hikikomori Italia-Sicilia, sottolinea come questo ritiro volontario dalla società non sia altro che un disagio dovuto a un’elevata ansia sociale. I ragazzi coinvolti sono molto spesso dotati di un quoziente intellettivo alto e di una sensibilità fuori dal comune, elementi che, paradossalmente, li portano a sentirsi meglio solo distanti dagli altri.

Lucia Sardo ha vissuto questi momenti di difficoltà con estremo coinvolgimento, tanto da arrivare a distruggere con una mazza da baseball gli oggetti che simboleggiavano il rifugio del figlio. Solo dopo attente ricerche online e il consulto con una clinica specializzata in Valle d’Aosta, ha trovato le risposte che cercava, capendo di non essere sola. Questo processo di comprensione ha permesso a Lucia di aiutare se stessa, e di conseguenza, Gioacchino.

Oggi, Gioacchino è riuscito a uscire dalla sua reclusione autoinflitta e lavora con successo nel mondo della recitazione. Attraverso il suo spettacolo “C’è nessuno”, tenta di sensibilizzare altri giovani e genitori sull’importanza dell’ascolto e della comprensione. La sua testimonianza è un appello ai genitori a connettersi con i figli attraverso il dialogo e la comprensione delle loro passioni, affinché non si sentano soli in un mondo che a volte appare spaventoso.

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