Un episodio di estrema violenza si è verificato giovedì sera a Treviso, quando una lite tra giovani si è trasformata in una tragedia. Due ragazze, una di 17 e l’altra di 19 anni, sono state indagate per tentato omicidio dopo aver ferito un giovane di 22 anni al collo con una bottiglia rotta. Il contesto è quello della criminalità giovanile che preoccupa sempre più le autorità della provincia trevigiana.

La vittima, F.F., risiede a Santa Bona ed è nota per esser stato un ex aiuto cuoco con un passato problematico legato agli stupefacenti. La serata di F.F., iniziata con l’assunzione di ketamina in compagnia di un gruppo di coetanei, si è conclusa tragicamente quando, dopo una serie di sputi rivolti alle due ragazze, è stato violentemente aggredito. Le giovani, dopo averlo derubato del cellulare, lo hanno colpito con una bottiglia di prosecco frantumata, causandogli gravi lesioni.

Le condizioni del 22enne sono apparse subito critiche, e solo grazie all’intervento tempestivo del personale medico del Suem è stato possibile stabilizzarlo e trasportarlo con urgenza all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Attualmente, benché in leggero miglioramento, si trova ancora nel reparto di rianimazione.

Le indagini, guidate dalla squadra mobile sotto la supervisione del dirigente Luca Lovero, hanno portato rapidamente all’identificazione e al fermo delle due sospettate, trovate nei pressi del luogo dell’aggressione. Interrogatori e analisi sul campo sono in corso per chiarire i dettagli della dinamica dell’aggressione, anche attraverso l’analisi delle impronte digitali sulla bottiglia usata per ferire il giovane. Inoltre, la polizia sta cercando di acquisire filmati delle telecamere di sicurezza privata per ricostruire l’accaduto.

Nel commentare il tragico episodio, il Procuratore di Treviso, Marco Martani, ha sottolineato come la violenza giovanile rappresenti una delle principali emergenze per la provincia, manifestandosi con preoccupante frequenza e gravità. Questo fatto si aggiunge al crescente allarme sociale legato alla diffusa criminalità tra i giovani, che vede in alcuni casi protagonisti ragazzi già noti alle forze dell’ordine per crimini minori.

In questura, oltre alle due indagate, sono stati convocati amici e genitori dei ragazzi coinvolti per fornire ulteriori elementi all’inchiesta. I giovani, in parte minorenni e di diversa origine, sono al centro di una riflessione urgente sulle misure necessarie per arginare simili fenomeni di delinquenza giovanile.

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