Il caso di Debora Danieli, scomparsa a soli 48 anni, ha scosso profondamente la comunità di Ponte San Nicolò, Padova. La donna, già provata da un percorso di cura complesso comprensivo di un’operazione per un tumore mammario e un successivo intervento per una malformazione cardiaca, sarebbe caduta vittima di un’infezione da Staphylococcus Aureus, contratta, secondo i familiari, in ospedale.
Dopo l’intervento cardiochirurgico presso il reparto “Gallucci” di Padova, Debora aveva mostrato segni di infezione, portandola a numerosi ricoveri. La gravità della situazione è culminata il 30 dicembre scorso con il suo improvviso decesso. A seguito di ciò, i familiari, affidandosi allo studio legale di Riccardo Vizzi e supportati da Studio3A spa, hanno depositato un esposto sospettando un probabile difetto nella sterilizzazione degli ambienti ospedalieri.
La Procura di Padova, rappresentata dal pubblico ministero Marco Brusegan, ha quindi aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo, al fine di far luce su un caso complesso e drammatico. Tale iniziativa è stata accompagnata dalla richiesta di un’autopsia giudiziale per determinare le cause esatte del decesso e le eventuali responsabilità coinvolte. L’esame autoptico, insieme alla revisione dei documenti medici acquisiti e posti sotto sequestro, è stato assegnato ad un team di esperti, tra cui il medico legale Antonello Cirnelli e l’infettivologo Ermenegildo Francavilla.
La famiglia, profondamente colpita dalla perdita, non si dà pace. La sorella Valentina ricorda Debora come una donna forte e piena di vita, con il desiderio di tornare a casa per celebrare il nuovo anno e riprendere la sua passione per il canto. Il dolore e lo shock sono stati amplificati dal fatto che al decesso inspiegabile della donna è seguita una mancanza di risposte certe da parte dell’Azienda ospedaliera di Padova, che ha dichiarato di non avere sufficienti elementi per commentare l’accaduto.
Questo tragico caso, come altri avvenimenti simili riportati dalle cronache, solleva nuove domande sulla sicurezza e la gestione degli ambienti ospedalieri, nonché sul necessario controllo delle infezioni all’interno delle strutture sanitarie. La comunità attende ora con ansia i risultati delle indagini per avere giustizia per Debora e per comprendere se la sua morte si sarebbe potuta evitare.