Nella notte scorsa, a Riva del Garda, precisamente in un appartamento sito in via Grazia Deledda, è stata rinvenuta senza vita una donna di 92 anni. Le prime evidenze suggeriscono che la vittima, Maria Skvor, sia stata brutalmente uccisa dalla figlia sessantenne, Francesca Rozza, con la quale condivideva l’abitazione.

Le indagini preliminari, coordinate dalla procuratrice Orietta Canova, puntano a ricostruire quanto accaduto. Stando alle prime informazioni, l’anziana sarebbe stata colpita mortalmente nel sonno, probabilmente utilizzando una lampada come arma. È la stessa figlia ad aver contattato le forze dell’ordine, confessando il crimine con una chiamata carica di disperazione e dichiarando: «Ho ucciso la mamma».

Le motivazioni che avrebbero spinto Francesca Rozza a compiere un gesto così estremo sono ancora poco definite. Tuttavia, si ipotizza che l’immenso carico derivante dall’assistenza continua all’anziana madre, che richiedeva cure assidue, possa aver influito sul tragico epilogo. L’omicidio ha sollevato numerosi interrogativi, e la scena è tutt’ora sotto attenta analisi da parte degli esperti della scientifica.

Nel frattempo, la donna fermata è stata sottoposta a interrogatorio; tuttavia, al momento si è avvalsa della facoltà di non rispondere, come ha riferito il suo legale, l’avvocato Giovanni Guarini. Quest’ultimo ha descritto la situazione come “assolutamente pietosa”, sottolineando lo stato confusionale in cui verte la sua assistita, promettendo che verranno forniti chiarimenti adeguati non appena possibile.

Questa tragica vicenda non solo ha scosso la comunità locale, ma solleva anche riflessioni importanti sul peso che l’assistenza a lungo termine può esercitare su chi è chiamato a fornire cure quotidiane ai propri cari.

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