Un significativo progresso è stato fatto nelle indagini riguardanti il decesso del giovane studente Andrea Prospero, rinvenuto senza vita in un appartamento a Perugia il 29 gennaio, dopo essere stato dato per disperso cinque giorni prima. La procura umbra ha emanato un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di un diciottenne residente a Roma, accusato di istigazione o aiuto al suicidio. Un secondo individuo è sotto inchiesta per la cessione di un farmaco oppiaceo.
Francesco Mangano, avvocato della famiglia Prospero, ha sottolineato l’importanza di questa tragedia come avvertimento per i giovani che navigano in spazi virtuali pericolosi. L’inchiesta, guidata da Raffaele Cantone, ha richiesto un’analisi approfondita di dispositivi informatici, ponendo le basi per ulteriori indagini sulle correlate questioni di utilizzo di cellulari e schede telefoniche da parte della vittima.
La vicenda è stata ulteriormente approfondita con una perquisizione in Campania, dove risiede il presunto fornitore del farmaco. Sebbene non sia accusato di istigazione, questo giovane avrebbe fornito il medicinale senza conoscere le intenzioni della vittima.
Il caso ha preso avvio il 24 gennaio, con la denuncia di scomparsa da parte della sorella di Andrea, anche lei studentessa a Perugia. Il corpo è stato scoperto solo successivamente, grazie all’intervento del proprietario dell’appartamento dove Andrea alloggiava.
Nel sopralluogo sono stati rinvenuti farmaci, computer, cellulari e numerose sim-card, ma nessun segno di violenza sul corpo, suggerendo un possibile suicidio. I familiari di Andrea ignoravano l’affitto del monolocale e non comprendevano l’utilizzo di tanti dispositivi, destando sospetti negli investigatori.
Le indagini si sono concentrate sui dispositivi di Andrea, individuando una rete di contatti online e, in particolare, un interlocutore virtuale fidato, che avrebbe raccolto le sue confidenze e, drammaticamente, incitato all’estremo gesto.
Le conversazioni online rivelano come l’amico virtuale abbia persuaso Andrea all’assunzione di oppiacei, promettendo un’esperienza indolore. Dopo aver procurato il farmaco attraverso una piattaforma di messaggi, Andrea ha intrapreso il tragico passo, assistito fino agli ultimi istanti dalle parole del suo interlocutore.
Il soggetto sospettato, rintracciato tramite indagini elaborate, è un diciottenne con una fedina penale pulita e una vita apparentemente normale. L’arresto è stato motivato dal pericolo di ripetizione del reato e dal rischio di inquinamento delle prove, dati i suoi numerosi contatti in ambienti virtuali.
L’attuale misura cautelare costituisce un passo iniziale verso una comprensione più approfondita delle modalità di acquisizione dei farmaci e delle ragioni dietro al possesso di numerosi dispositivi e schede telefoniche non giustificabili.
La famiglia Prospero ha accolto con un senso di giustizia questa svolta nelle indagini, vedendo confermate le loro supposizioni iniziali. Credevano infatti che Andrea fosse vittima di circostanze talmente oppressive da non riuscire a trovare una via d’uscita.
Il padre di Andrea esprime la convinzione che quanto accaduto sia ancora più vicino a un omicidio che a un’istigazione, guardando alla gravità della situazione vissuta da suo figlio.