Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è al centro di una frode che ha coinvolto numerosi imprenditori e professionisti di spicco, i quali sono stati contattati per contribuire finanziariamente alla liberazione di giornalisti fittiziamente rapiti in Medio Oriente. Quest’ultimo ha denunciato l’accaduto, segnalando alle autorità giudiziarie e ai servizi di sicurezza la truffa orchestrata utilizzando il suo nome. L’indagine, guidata dalla Procura di Milano, si concentra sulla sostituzione di persona e l’utilizzo di tecnologie avanzate per replicare la voce del ministro.
Gli individui coinvolti nella frode hanno contattato personalità di rilievo come Giorgio Armani, Patrizio Bertelli, Marco Tronchetti Provera e Massimo Moratti, attraverso telefonate apparentemente provenienti dallo staff del ministro. In alcuni casi, si presentavano anche come un generale o un fantomatico funzionario. La richiesta era di eseguire cospicui bonifici verso un conto di Hong Kong, con la motivazione che i fondi raccolti sarebbero serviti per pagare un riscatto. Lo stratagemma è stato scoperto quando un imprenditore ha segnalato l’inconsueta richiesta direttamente al ministro Crosetto.
Marcello Viola, procuratore a capo delle indagini, insieme al pm Giovanni Tarzia, dirige le operazioni per identificare i responsabili e quantificare esattamente il danno subito. Soltanto uno degli individui contattati è caduto effettivamente nella trappola, trasferendo un milione di euro sul conto indicato dai truffatori. Questo versamento è ora la chiave per rintracciare gli artefici dell’inganno. La complessa rete del raggiro è attualmente sotto l’esame delle autorità, che stanno lavorando per identificare gli autori e prevenire ulteriori truffe di questo tipo.
La scoperta dell’imbroglio e l’immediata reazione del ministro della Difesa hanno permesso di mettere in guardia molte potenziali vittime, contribuendo a limitare i danni di questa intricata frode.