Un gruppo di truffatori ha tentato di estorcere somme considerevoli a vari imprenditori, affermando che i fondi fossero necessari per liberare giornalisti rapiti in Medio Oriente. Utilizzando il nome del ministro della Difesa, Guido Crosetto, i malviventi hanno cercato di ingannare le loro vittime con una truffa ben orchestrata.

La procura di Milano ha ricevuto tre denunce da parte di imprenditori che sono stati avvicinati da questo gruppo criminale. Tra coloro che non sono caduti nel tranello e hanno deciso di denunciare l’accaduto vi sono esponenti importanti del settore imprenditoriale, come un membro della famiglia Beretta, che guida una multinazionale nel campo delle armi, e i rappresentanti della famiglia Aleotti del gruppo Menarini.

Secondo quanto dichiarato da un portavoce del Beretta Holding Group, i truffatori hanno cercato di contattare Pietro Gussalli Beretta, ma non sono riusciti a raggiungerlo grazie al filtro della sua segreteria. Tra le potenziali vittime dell’imbroglio figurano noti personaggi del mondo imprenditoriale e finanziario, tra cui lo stilista Giorgio Armani, un membro della famiglia Moratti, che ha confermato la presentazione di denuncia tramite Massimo Moratti, e figure di rilievo come Marco Tronchetti Provera, l’amministratore delegato di Tod’s Diego Della Valle, Patrizio Bertelli della famiglia Prada e la famiglia Del Vecchio.

L’inchiesta, sotto la guida della procura di Milano e diretta dal procuratore Marcello Viola, mira a identificare sia i truffatori che le potenziali vittime. Il pubblico ministero Giovanni Tarzia si occupa del coordinamento delle indagini condotte dai carabinieri.

Questa truffa, che ha suscitato notevole attenzione, è stata perpetrata tramite telefonate in cui la voce del ministro Crosetto sarebbe stata clonata con l’uso di tecnologie avanzate di imitazione vocale, riuscendo così a trarre in inganno anche gli ascoltatori più esperti. È stato stimato che il gruppo sia riuscito a sottrarre fino a un milione di euro attraverso questo inganno.

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