Una tragica valanga si è staccata dal crinale orientale di Punta Valgrande, a 2.856 metri di altitudine, al confine tra il Verbano-Cusio-Ossola e la Svizzera, nel comune di Trasquera. L’evento ha colpito un gruppo di alpinisti esperti, trasformando una giornata di escursione in alta Val Divedro, sul versante piemontese, in un dramma. La neve “ventosa”, insidiosa e instabile, si è accumulata lungo il percorso degli sciatori, cinque in totale, provocando il distacco della massa nevosa.

Tra i membri del gruppo, Matteo Auguadro, un noto velista di Verbania, Gaudenzio “Enzo” Bonini di Ghiffa, titolare di un’autoscuola, e Matteo Lomazzi, operaio di Verbania, sono stati travolti e trascinati verso valle per circa 500 metri, perdendo la vita sotto la neve. Al momento della tragedia, due di loro, Lorenzo Locarni, insegnante di 32 anni, e Renato Rossi, architetto 63enne, si trovavano più in alto e sono scampati all’inevitabile impatto. Sono stati infatti loro a chiamare il numero di emergenza, avvisando i soccorsi alle 12:49.

Sebbene gli alpinisti fossero equipaggiati con zaini airbag, progettati per proteggere chi li indossa durante una valanga, la forza della slavina e i detriti hanno reso inutili questi dispositivi. Purtroppo, nonostante i tentativi di salvataggio siano stati tempestivi, l’intervento dei soccorritori, dell’elicottero e della squadra della Guardia di Finanza non è stato sufficiente a salvare le vittime.

La comitiva aveva progettato con cura l’itinerario, scegliendo di sciare in un’area lontana dalle piste affollate e preferendo la neve fresca. Tuttavia, nonostante la loro esperienza e il fatto che avessero consultato il bollettino Arpa Piemonte, che indicava un pericolo “3 marcato”, non sono riusciti a evitare l’impatto mortale con la valanga. Il bollettino aveva avvertito che accumuli di neve fresca e ventata potevano staccarsi al passaggio anche di singoli escursionisti.

Le operazioni di recupero sono state complesse, e solo nel pomeriggio le salme sono state trasportate all’ospedale Castelli di Verbania. I due sopravvissuti, dopo una visita di controllo in ospedale, sono tornati dalle loro famiglie a Verbania e ora attendono di essere ascoltati in Procura.

La comunità è sotto choc per la perdita di tre alpinisti capaci ed esperti. Gli incidenti in montagna ricordano, amaramente, che il rischio zero non esiste. Come sottolineato da Luca Giaj Arcota, presidente del soccorso alpino piemontese, le conseguenze possono essere drammatiche, a dimostrazione che, talvolta, sono gli eventi a sfuggire al controllo anche dei più preparati.

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