Questione di Pace?
E’ ormai un anno di guerra in Ucraina, con inizio il 24/02/2022, si fa sempre più cruenta e i colloqui di pace si sono interrotti da tempo con qualche vago cenno di riprenderli. Tutto è in mano al bullismo delle grandi potenze e la “ Pace vera” che regola rapporti di fratellanza tra i popoli si deve conquistare giorno per giorno e non è un utopia irraggiungibile. La “Pace vera” si conquista non producendo armi sempre più sofisticate specialmente quelle di distruzione di massa. La “Pace vera” può essere raggiunta attraverso colloqui continui non attraverso l’alibi della legittima difesa se poi diventa una difesa eccessiva, soprattutto con la prospettiva di fornitura di aerei, il conflitto tra le parti durerà a lungo con una guerra mondiale atomica distruttiva. La “Pace vera” esiste se si è predisposti con il cuore a riceverla no raggiungerla attraverso la guerra. La “Pace vera” non si misura dal fatto che una delle parti , si mette al tavolo delle trattative, solo quando avrà conquistato o riconquistato delle porzioni di territorio. Questo è solo opportunismo cinico facendo diventare la “Pace vera” un optional che viene usato quando fa comodo. Ogni parte in causa deve soprattutto cedere qualcosa. Le dittature sono state sempre fonte di guerra ma le democrazie non possono attraversare la guerra per arrivare ad una “Pace vera” perché è solo una Pace “ a tempo determinato” con una proposta di congelamento del cessate del fuoco. Le democrazie devono adottare soprattutto l’arma della parola per arrivare al traguardo di “Pace vera”. La prima guerra mondiale ci insegna che la pace con la Germania è stata momentanea e opportunistica perché poi il fuoco era momentaneamente sotto la cenere nel senso che c’è stato un riarmamento feroce che è sfociato nel male assoluto della seconda guerra mondiale. Quindi la “Pace vera” è quella che deve durare nel tempo senza nessuna postilla che in qualche modo la fermi svilendo così il senso delle parole. In un mondo globalizzato la “Pace vera” è un beneficio per tutti. Tutto questo può essere etichettato in vario modo: utopistico, demagogico o tutto quello che si vuole ma una cosa è certa chi getta benzina sul fuoco prima o poi si brucia. E la parola d’ordine, rivolta ai guerra fondai, è sempre quella: “chi vuole l’inferno se lo vada a cercare senza coinvolgere altri che vogliono vivere in pace”.