La vittoria della destra alle elezioni politiche del settembre 2022 ha portato a una gestione politica che non promuove un’azione responsabile, trascinando il Paese in un pericoloso vortice di indifferenza. Alcune dichiarazioni politiche sembrano coprire la memoria storica di un passato segnato dal male assoluto. Si dice che “la legge non ammette ignoranza”, e lo stesso vale per la storia, che deve essere conosciuta nei suoi fatti reali e non distorta per giustificare le colpe del nazifascismo o ridimensionare il ruolo dello Stato Repubblicano e Democratico, nato dalla Resistenza e fondato sui valori condivisi da tutti i partiti dell’Arco Costituzionale.

Non c’è mai stata una vera pacificazione nel Paese: la destra ha sempre accusato la sinistra di un’ossessione per il fascismo. E oggi, con la destra al potere, non si è persa l’occasione di alimentare uno scontro politico, sfruttando l’ignoranza storica, soprattutto tra i giovani, rendendoli apatici e politicamente inerti. Questa è forse una provocazione politica deliberata?

Alcune cariche dello Stato, che hanno giurato sulla Costituzione, non dovrebbero lasciarsi andare a dichiarazioni pubbliche provocatorie, costituzionalmente inaccettabili, nel tentativo di ripristinare un passato che non può e non deve tornare. Come mi è stato detto, in riferimento alla seconda carica dello Stato e alla dichiarazione sull’attentato di Via Rasella: “Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Non si può lanciare il sasso e nascondere la mano”. Un messaggio chiaro per chi vuole intendere.

Con l’avvicinarsi del 25 aprile, Festa della Liberazione, e delle imminenti elezioni, non possiamo tollerare continue provocazioni e distrazioni di massa, tese a distogliere l’attenzione dai veri problemi del Paese per ottenere facili consensi.

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